Che cosa ci resta dei nostri piccoli “punti di riferimento”?

Che cosa ci resta dei nostri piccoli “punti di riferimento”?

Si riporta la lettera come ricevuta.

(de Il Grillo Scrivente)

Tempo fa ero nella mia macelleria di fiducia, e ascoltavo il macellaio che spiegava accuratamente ad un cliente come preparare un piatto particolare. E così ho pensato a quant’è bello poter avere ancora a disposizione questi posti che per gente come me rappresentano veramente un punto di riferimento. Oramai tantissimi negozi storici chiudono.

Cominciamo con i negozi di fotografie: chi va più a stampare le foto? “Stampare le foto”? Eh già, chi stampa più? Ormai si conservano nello smartphone. Casomai, chi ce l’ha, le scarica sul computer. Album fotografici, poi, appartengono alla preistoria. Eppure, la sensazione che ti dà lo sfogliare le pagine e vedere una foto ricordo dietro l’altra…..
Restano le fototessere: qualche giorno fa, ho scoperto che esiste l’applicazione anche per quelle.
Ultima “salvezza”, i servizi fotografici; ma anche in quel caso, qualcuno trova l’amico dsponibile a fare il reportage.

E così il cibo. Da tanti anni i supermercati vendono carne e pesce; per quest’ultimo, i supermercati più grandi sono pure forniti del reparto apposito. Ma lasciatemelo dire, il piccolo negozio che conosci “da sempre”, quello dove entri e basta che dici “Oggi farei un arrosto” e il macellaio sa già qual è la tua carne preferita, la parte della carne, come preparartela,…. Non ha eguali! Sai che puoi fidarti, sai che se ci sono problemi, gli parli e li risolvi.

In poche parole, quei piccoli negozi sono il tuo punto di riferimento! E non solo dal punto di vista della merce: per tante persone sono anche un’occasione per vivere un momento di socialità. Mi capita di sentire persone anziane confidare al negoziante i loro problemi di salute; o semplicemente raccontargli come trascorreranno la giornata o quello che cucineranno ai figli e nipoti in occasione delle festività. Clienti più o meno coetanei del commerciante e quest’ultimo si raccontano reciprocamente come va con i loro figli. Mi capita addirittura di vedere clienti che si conoscono fra di loro e approfittano dell’incontro in negozio per farsi una chiacchierata.
E ora questi negozi “se ne stanno andando”. I rioni si stanno svuotando; alcuni letteralmente desertificando; ieri ho scoperto che un rione che credevo da sempre residenziale, in realtà tanti anni fa era pieno di negozi.
Ci sono grandi catene; in cui nella maggior parte dei casi, i commessi ti indicano la merce; poi, per il resto…ti arrangi. I grandi supermercati, dove, ovviamente, dietro di te molte volte si crea una bella fila di persone che non vedono l’ora tu abbia finito, così arriva il loro turno. E il top dei top, cioè quando ti dicono che gli dispiace, ma quello che cerchi ormai lo trovi solo online…..
E quella merce, un tempo preparata con cura, diventa un pacco lasciato sopra la cassetta delle lettere, che trovi al rientro a casa. ….se nessuno te l’ha portato via, naturalmente…


NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0

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