“Addio piccolo Paolo…”

Si riporta la lettera come ricevuta.

“Addio piccolo Paolo…”
(de Il Grillo Scrivente)

Paolo Mendico, un ragazzino di quattordici anni, si è ucciso la sera prima di andare a scuola. Penso ormai lo sappiano tutti. Il Ministro Valditara ha inviato ispettori all’istituto superiore Fondi per far luce sulla vicenda; per una “conferma”, se possiamo chiamarla così, che il suicidio del ragazzo sia stato provocato da tutte le vessazioni che Paolo subiva da un anno. Infatti la Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. I genitori hanno dichiarato che gli spezzavano le matite, gli scarabocchiavano i quaderni, facevano disegni osceni, accompagnati dal suo nome, nei bagni. Lo prendevano in giro per i suoi modi gentili di fare, per la sua capigliatura bionda, e per questo lo chiamavano “Paola”…

Davanti a tutto questo, caro Blogger, non ci sono assolutamente parole. C’è solo la tragedia di un ragazzo che aveva tutta la vita davanti, e che ha sofferto l’inferno per un anno. E la crudeltà! La crudeltà di una società sempre più spietata; dove i più arroganti infieriscono sempre più sui più deboli.
Purtroppo queste cose non sono “nuove di adesso”; il bullismo è sempre esistito. Ma, prima di tutto, mi permetto di dire, non a questi livelli. Secondo luogo, in molte famiglie, quando un genitore veniva a sapere che suo figlio aveva fatto cose del genere, ….diciamo che gli faceva passare la voglia di rifarle…. Ora? Ai microfoni del giornalista Marco Agostino, di La 7, i genitori hanno dichiarato che “non c’era nessuno al funerale, neanche i genitori”. C’era solo un grande amico di Paolo.

Questa lettera la concludo con tre sole, uniche, possibili parole: addio piccolo Paolo….

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Guerra Chiama. Guerra Dove porta il riarmo? Il VIDEO del convegno.

Guerra Chiama Guerra. Dove porta il riarmo?
CONVEGNO: sabato 20 settembre 2025 ore 17.00 – 19.00 Sala Xenia – Riva III novembre 7 – Trieste
I tradizionali strumenti della diplomazia e del diritto internazionale appaiono oggi deboli e delegittimati. L’utilizzo di un rampante militarismo – l’idea che la guerra sia il mezzo più opportuno per conseguire dei fini politici – si sta rapidamente insinuando nella società. La soluzione per la “sicurezza” prospettata da molti leader sembra passare quasi esclusivamente per un rapido e massiccio riarmo.
Quanto sono giustificati i timori per la sicurezza in Europa? L’informazione attuale esprime adeguatamente la complessità di un mondo sempre più multipolare? Il militarismo, il nazionalismo, la logica dell’escalation, quali conseguenze possono avere sulla società? Quanto costa il riarmo?
Queste le principali questioni trattate nel convegno che si avvale di qualificati relatori alcuni con esperienza diretta sul campo di guerra.
Partecipano:
► Marc Innaro, scrittore e giornalista, già storico corrispondente Rai da Mosca, Gerusalemme e da Il Cairo. Ha seguito da vicino i conflitti e le tensioni che hanno attraversato l’Est Europa, il Medio Oriente e l’Africa.
► Diana Bošnjak Monai, scrittrice, illustratrice, è nata a Sarajevo da una famiglia multietnica e multiculturale. Ha conosciuto la tragedia delle guerre balcaniche che ha raccontato in alcuni suoi libri.
► Francesco Vignarca, Coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo è autore di diversi libri e articoli sul tema degli armamenti. È co-fondatore di «Milex» – osservatorio sulle spese militari italiane.
► Introduce e modera: Biagio Mannino, giornalista specializzato in politica internazionale e analista della comunicazione pubblica.

Il convegno è stato realizzato dal Comitato Mutuo Appoggio Lavoratori Radio TV in collaborazione con Il vento di nord est.