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Parlare della difesa della vita è difficile se gli stessi occhi guardano in modo contraddittorio l’aborto ed i vaccini.

Si riporta la lettera come ricevuta.

Parlare della difesa della vita è difficile se gli stessi occhi guardano in modo contraddittorio l’aborto ed i vaccini.

(de Il Grillo Scrivente)

Il 25 febbraio scorso il noto microbiologo e senatore del Partito Democratico, Andrea Crisanti, ha presentato in Senato il DDL S.1399 “Modifiche al decreto legislativo 9 novembre 2007, n° 206, in materia di competenza dell’ostetrica”. Il disegno è cofirmato da altri esponenti politici del PD e del Movimento Cinque Stelle, e sostiene che, come segnalato dall’associazione LAIGA (Libera Associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194), in Italia le strutture in cui si pratica l’aborto sarebbero ridotte a 291 (in seguito al fatto che molte di quelle adibite sono state trasformate in reparti Covid), poco più della metà delle 540 originariamente autorizzate.
Ci sarebbe, inoltre, un numero elevato di medici obiettori. I firmatari della proposta vogliono quindi che sia data anche alle ostetriche la possibilità di praticare l’aborto.

Caro Blogger, quello dell’aborto è un tema delicatissimo e serissimo! Io non voglio assolutamente esprimere giudizi nei confronti di una donna che fa questa scelta, dietro alla quale ci possono essere mille motivi. Esprimo invece un costernante giudizio nei confronti di questi parlamentari che hanno presentato questa proposta: invece che cercare di aumentare le strutture, perché non cercate di creare aiuti per donne che, per esempio, terrebbero il bambino ma si ritrovano sole e senza un lavoro? Magari donne fragili e disperate. Caro Blogger, mi rendo conto che uso parole forti, ma perché ho la sensazione che certe persone l’aborto è come se lo incoraggiassero? Invece che, come dicevo, fare di tutto perché lo si possa evitare. Nel “famoso” «’68» in Italia è partita una rivoluzione che ha portato a molti cambiamenti e al raggiungimento di molti diritti: quello di voto (attivo e passivo) per le donne; la legge sul divorzio; e la legalizzazione dell’aborto. Io non sono una persona esperta di storia, ma so che in quegli anni la situazione era molto diversa: gli aborti erano clandestini e avvenivano in case private, senza gli strumenti necessari e in condizioni di totale insicurezza; infatti molte donne ne morivano.

Ho sempre visto e sentito “reclami” del tipo “L’utero è mio, lo gestisco io”, “Una donna dev’essere libera di gestire il suo corpo”. Io non posso controbattere, tutti dobbiamo essere liberi di gestire il nostro corpo. Ma qui non si parla solo del corpo della donna, ma anche, e soprattutto, di quello di una creatura che può venire al mondo, incapace di difendere il diritto alla propria vita, il diritto alla propria esistenza. Come ho detto prima, non si può costringere una persona che manifesta una ferrea volontà; ma come politici, come amministratori della nazione, invece che aggiungere personale per praticare l’aborto, ci si potrebbe impegnare per la creazione di strutture che diano aiuto alle donne in difficoltà, o dare più fondi a quelle già esistenti.

….se mi consente di concludere con una punta di sarcasmo, caro Blogger, mi fa sorridere (per modo di dire, ovviamente) che i firmatari di questo disegno di legge, nonché il primo che l’ha proposto, cioè Andrea Crisanti, siano proprio quegli che, come Lei giustamente ricorda, a proposito di “altre vite”, quattro anni fa accusavano in tutti i modi chi non si voleva vaccinare, ritenendoli irresponsabili nei confronti della salute degli altri. Quindi, se si tratta di un vaccino e di un EVENTUALE contagio, non si è liberi e bisogna pensare a chi ti sta accanto; se si tratta di una gravidanza, bisogna SOLO essere liberi di gestire il proprio corpo.

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Angelo Floramo narra Gorizia in “Io sono moltitudine”

Si riporta il comunicato come ricevuto.

Martedì 21 ottobre a Gradisca d’Isonzo torna FESTIL, la coda autunnale del festival estivo del Litorale: Angelo Floramo porta in scena “Io sono moltitudine” che narra Gorizia

Parte da Gradisca d’Isonzo, martedì 21 ottobre, la coda autunnale della decima edizione di “FESTIL_Festival estivo del Litorale” diretta da Tommaso Tuzzoli e Federico Bellini, che proseguirà fino a dicembre con nuovi appuntamenti tra i due principali poli – le città di Udine e Trieste – che hanno ospitato la rassegna durante i caldi mesi estivi. In collaborazione con il Comune di Gradisca d’Isonzo va in scena alle 20.30 presso la Sala Bergamas “Io sono moltitudine”, spettacolo di e con Angelo Floramo, accompagnato in scena dalle musiche del trio Fior delle Bolge, una produzione Tinaos che arriva per la prima volta in scena nell’isontino e che proprio al suo capoluogo, la città di Gorizia, rende omaggio. Lo spettacolo è infatti il viaggio al contempo narrativo e musicale tra le vie di Gorizia, città dalle mille sfaccettature e dalla “topografia incantata”, firmato da uno degli intellettuali friulani più impegnati del nostro tempo nella divulgazione della Storia e delle storie del proprio territorio di origine. Lo scrittore e interprete udinese, infatti, come un viandante smarrito, o forse soltanto “uno di noi”, testimone di un oggi che si disgrega colpito dalla più atroce di tutte le malattie, la crisi di anomia e la perdita di identità, viene accompagnato musicalmente per guidare il pubblico in un itinerario straniante, una sorta di ipertesto narrativo “srotola” passo dopo passo millenni di una storia condivisa che si fa memoria, gusto e sapore, tragedia e bellezza.

Floramo consegna ai suoi compagni di viaggio, gli spettatori, la chiave di lettura del suo infinito andare e narrare. Da reale, planimetrica, urbana, la piantina di Gorizia si fa immaginifica e profondamente simbolica, capace di trasformarsi in parametro di quell’Europa plurale e molteplice che da sempre ne segna la storia. Il disegno luci è firmato da Mau Willy Tell. Lo spettacolo proseguirà la sua tournée a Udine, dove sarà in scena al Teatro S. Giorgio in collaborazione con il Comune di Udine.

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RISULTATI della XIV edizione delle GIORNATE FAI D’AUTUNNO in Friuli Venezia Giulia.

Si riporta il comunicato come ricevuto.

Trieste, 12 ottobre 2025 – La XIV edizione delle Giornate FAI d’Autunno in Friuli Venezia Giulia per il fine settimana di sabato 11 e domenica 12 ottobre si chiude con oltre 7.000 presenze negli 8 Comuni in cui si è svolta finora l’iniziativa: Cividale del Friuli (UD), Gorizia, Moruzzo (UD), Pordenone, Ruda (UD), San Daniele del Friuli (UD), Socchieve (UD) e Valvasone Arzene (PN). Numeri possibili grazie all’impegno dei volontari dei Gruppi FAI Giovani affiancati da quelli delle Delegazioni e dei Gruppi FAI, insieme alla disponibilità di privati, Istituzioni, proprietari dei beni e associazioni amiche.

Questo primo fine settimana di aperture straordinarie si chiude con grande soddisfazione e conferma l’affetto delle persone verso le Giornate FAI e verso la Fondazione stessa. Le aperture del Gruppo FAI Giovani di Pordenone hanno avuto oltre 3.000 visite, quelle del Gruppo FAI di Cividale del Friuli erano oltre 2.000, quelle della Delegazione FAI di Udine oltre 1.500 e quelle della Delegazione di Gorizia quasi 900. I due beni più visitati sono stati il Castello di Valvasone Arzene e il Mulin dal Majaroff.

Ricordiamo che le Giornate FAI d’Autunno proseguono a Trieste sabato 18 e domenica 19 ottobre, con l’apertura di due luoghi speciali: il palazzo di Via Cassa di Risparmio che custodisce le collezioni della Fondazione CRTrieste e di ITS Arcademy, e la Banca d’Italia (con prenotazione obbligatoria).

“Ringrazio profondamente tutti i volontari dei Gruppi FAI Giovani, dei Gruppi FAI e alle Delegazioni FAI che hanno dedicato tempo ed energie per aprire questi luoghi meravigliosi, sempre con il sorriso e con il desiderio di condividere la bellezza del nostro territorio. Ho avuto modo di vederli “in azione” in occasione di questa XIV edizione delle Giornate FAI d’Autunno, la prima per me, ed è stata una vera emozione. Ringrazio anche i proprietari dei beni, le Istituzioni e le associazioni che hanno collaborato al successo delle GFA. Adesso vi aspettiamo tutti a Trieste!” — ha detto Beatrice Duranti, Presidente Regionale del FAI per il Friuli Venezia Giulia.

NOTA: la foto in questo post è opera di Biagio Mannino.