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Per raggiungere il necessario multipolarismo ci vuole una “perestrojka” europea.

Per raggiungere il necessario multipolarismo ci vuole una “perestrojka” europea.
(di Biagio Mannino)

Il grande gioco del controllo del mondo non è finito e mai finirà. Sembra rappresentare al meglio quella che è la natura dell’umanità: prevalere, sottomettere, dominare, tutto e tutti. Al punto tale da rischiare la propria estinzione.
Nonostante i numerosi tentativi, però, questa strana umanità, ancora non è riuscita ad infliggersi il colpo di grazia e, nonostante solo la fortuna ormai la preservi, insistentemente persegue questo cammino, consciamente o meno, nella convinzione della correttezza delle motivazioni utili solo ad ingannarsi.
E così continuiamo ad osservare e, in molti casi, a vivere le follie di chi si trova a tirare i fili del teatrino pieno di tanti burattini che fanno e disfano, semplicemente, le esistenze degli altri.
Russia, Cina, USA ed UE: attori e protagonisti, calcano il palcoscenico recitando la propria parte con un copione che si modifica con facilità estrema e, gli altri, guardano il triste spettacolo sperando che la fine giunga presto e che tutto non cada sulla propria testa.
Andiamo verso un mondo tripolare, si dice. Quello controllato e spartito tra Russia, Cina ed USA, con la UE fuori dai giochi.
Forse, ma nel gioco ci sono anche quelli che potrebbero essere pronti a barare ed allora, tra i tre, qualcuno rischia più degli altri di essere isolato.
Chi di questi?
Semplicemente la Russia che, di fronte ad accordi tra Cina e USA, nel contesto geopolitico e geografico, potrebbe trovarsi nella condizione di essere buttata fuori.
E allora il tripolarismo, dal punto di vista di Mosca, non è detto che possa rappresentare la via migliore da seguire, lasciando spazio al più utile multipolarismo, dove UE e BRICS rappresenterebbero i pesi ed i contrappesi del necessario bilanciamento e limitazione delle forze di tutti gli attori.
Trump sta facendo il suo, ma non fa niente di nuovo rispetto alle strategie pianificate. I Presidenti, in USA, arrivano e passano, ma le strategie politiche restano e proseguono.
La debolezza dell’Europa rientra nella sua incapacità di rimediare al suo principale punto vulnerabile: essere plurale. Trump è la medicina, utile a svegliare il malato e a prendere coscienza che deve darsi da fare, da solo ma, prima, è necessario che inizi una vera e propria “perestrojka” europea. Sì, un vero e proprio rinnovamento a cominciare dai leader che l’hanno portata ad un livello basso mai come prima.
Ma, ovviamente, nessuno ci crede e, alla fine, la storia si ripeterà e l’ennesimo capitolo verrà scritto riportando l’ennesimo tentativo di autodistruzione.