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Netanyahu? L’uomo utile per seminare l’odio necessario per mantenere il Medio Oriente destabilizzato.

Netanyahu? L’uomo utile per seminare l’odio necessario per mantenere il Medio Oriente destabilizzato.

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I popoli, stremati, pagano il prezzo, vivono l’odio e rendono fertile il terreno di chi decide il loro destino.

I popoli, stremati, pagano il prezzo, vivono l’odio e rendono fertile il terreno di chi decide il loro destino.
(di Biagio Mannino)

La crescente conflittualità nel contesto del Medio Oriente evidenzia come la tanto temuta “escalation” sia in atto.
La devastazione di Gaza, figlia della linea politica del Governo di Netanyahu in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023, è ormai l’espressione della fine di tutte le ipotesi di soluzione della controversa questione Israelo – Palestinese che, nel corso di decenni, si sono alternate senza alcun successo ma, in particolare, senza alcuna volontà, interna ed estera, di giungere ad un reale risultato favorevole ai popoli.
Se il 7 ottobre 2023, il giorno del l’attacco di Hamas ad Israele, ha rappresentato l’ennesimo inizio, tutto ancora da interpretare e tradurre nelle effettive cause, finalità ed origini, la reazione devastante israeliana ha cancellato il futuro per le generazioni dei popoli coinvolti che seguiranno nel corso di questo secolo.
L’inevitabile odio crescente non consentirà alcuna forma di dialogo ma imporrà la continuazione per altri decenni di una guerra senza fine.
Tutto quello che poteva essere sbagliato fare è, semplicemente, stato fatto e, adesso, il Libano e questa mattina, l’attacco israeliano a Damasco che ha provocato altri due morti che si sommano alle decine di migliaia di vittime e che si aggiungono quotidianamente alle altre che verranno, da quel 7 ottobre 2023.
Il lancio di missili da parte dell’Iran appare maggiormente come una “esigenza di comunicazione politica” nei confronti dell’opinione pubblica iraniana e non solo ma, si attende la risposta di Israele. La volontà politica, al momento, sembra essere sempre quella e l’aeronautica militare si sta preparando ad una reazione.
Se cerchiamo di interpretare quanto accade nel contesto globale, a partire in particolare dal 2020, la corsa agli armamenti inizia proprio in periodo pandemico. Troppe le situazioni in essere per poter consentire di osservare, in quei momenti, quanto accadeva nella formulazione delle nuove strategie geopolitiche.
All’inizio della conclusione della pandemia, in una sorta di traslazione dei problemi, il 24 febbraio 2022 inizia l’incredibile guerra in Ucraina, una guerra voluta e che nessuno a cercato di evitare ma, al contrario, a contribuito a provocare.
Israele ed il Medio Oriente rientrano nel grande gioco, il gioco delle disgrazie indotte da visioni sulla gestione del potere globale del tutto nuove, complesse e semplici, mascherate ma visibili, sconosciute ma note, e sempre meno imprevedibili e convincenti.
I popoli, stremati, pagano il prezzo, vivono l’odio e rendono fertile il terreno di chi decide il loro destino.