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Wie lernten Triestiner einmal Deutsch? – COME IMPARAVANO I TRIESTINI IL TEDESCO UNA VOLTA?

Si riporta il comunicato come ricevuto.

COMUNICATO STAMPA

CONFERENZA
“COME IMPARAVANO I TRIESTINI IL TEDESCO UNA VOLTA?”

Martedì 13 dicembre ore 17:00
Palazzo Gopcevich – Sala Bazlen
(via G. Rossini, 4 – Trieste)

Vi siete mai chiesti come i triestini imparavano il tedesco una volta? Qual era il modello di lingua proposto, quali concetti culturali venivano trasmessi e quali metodi didattici? Se siete curiosi di scoprirlo, martedì 13 dicembre ore 17:00 nella Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich a Trieste, Lorenza Rega, professore ordinario, e Anne-Kathrin Gärtig-Bressan, ricercatrice a tempo determinato di lingua e traduzione tedesca, lo racconteranno nella conferenza aperta a tutti “Wie lernten Triestiner einmal Deutsch? – Come imparavano i triestini il tedesco una volta?” organizzata dal DeutschZentrum Triest, nell’ambito del suo ciclo di incontri culturali “K wie KULTUR”, in collaborazione con la Sezione di Tedesco della SSLMIT dell’Università degli Studi di Trieste, nella quale le due relatrici insegnano.

Come sappiamo, fino al 1918 Trieste faceva parte dell’Impero absburgico, di cui era il porto più importante e uno dei centri della vita commerciale e culturale dell’epoca. La conoscenza del tedesco era un valore aggiunto per i triestini non solo per fare affari, ma anche per potere accedere alla pubblica amministrazione, per frequentare l’università in particolare a Vienna oppure a Graz.

L’incontro ci accompagna in una conversazione su grammatiche e dizionari del tedesco in uso a Trieste tra il XVIII e il XX secolo. Presso la Biblioteca Civica di Trieste sono, infatti, custodite numerose grammatiche pubblicate dal Settecento in poi che consentono di gettare uno sguardo sul modo in cui i Triestini italofoni potevano apprendere il tedesco. Un’altra fonte che ci svela qualcosa sull’apprendimento del tedesco nel passato sono i dizionari italo-tedeschi custoditi nelle biblioteche regionali.

Questo viaggio ci porta anche a scoprire gli autori di dizionari tra cui Domenico Antonio Filippi, proveniente dal Trentino, che insegnava italiano all’Università di Vienna, o come Johann Ritter von Vogtberg, un alto funzionario dell’Impero asburgico, che durante il suo servizio aveva raccolto molti termini utili per chi doveva tradurre tra italiano e tedesco.

Info: http://www.deutschzentrumtriest.it

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.

La Fondazione CRTrieste prosegue i lavori di riqualificazione del patrimonio immobiliare della Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo.

Si riporta il comunicato come ricevuto.

COMUNICATO

La Fondazione CRTrieste prosegue i lavori di riqualificazione del patrimonio immobiliare della Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo

Si è conclusa la terza tranche dei lavori di manutenzione straordinaria su alcuni degli immobili della Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo, i cui costi sono stati sostenuti integralmente dalla Fondazione CRTrieste.

La Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo è un ente benefico che opera per dare risposte concrete a coloro che vivono il disagio economico e sociale che non consente di trovare una soluzione abitativa stabile. Costituito con lo scopo di concedere alloggi a famiglie indigenti a fronte di canoni di modesta entità, possiede appartamenti socio-assistenziali nei rioni di San Giovanni e Servola, oltre a gestire alcune unità abitative per conto del Comune di Trieste. 

Tra gli appartamenti di proprietà della Fondazione Caccia Burlo, oltre 200 necessitavano di urgenti lavori di riqualificazione energetica (realizzazione di una copertura “a cappotto” e sostituzione degli impianti di riscaldamento), ma l’Ente non possedeva le risorse economiche per far fronte agli ingenti costi, allora stimati in circa 2,6 milioni di Euro, necessari per rendere il proprio patrimonio immobiliare idoneo a svolgere l’importante funzione sociale cui è destinato.

Poiché contribuire a garantire alla fascia più disagiata della popolazione un bene primario quale, quello della casa, è sempre stato uno degli obiettivi primari della Fondazione CRTrieste, è stato accolto l’invito della Fondazione Caccia Burlo, e con responsabilità sono state stanziate le risorse per realizzare gli interventi necessari, facendosi carico anche del ruolo di coordinamento dell’iniziativa.  

Il complesso progetto di riqualificazione e risanamento energetico è stato suddiviso in lotti. Il primo, svolto nel 2020, ha consentito il completo adeguamento degli impianti di riscaldamento – in gran parte obsoleti e, in alcuni casi, del tutto assenti, degli edifici di via Soncini n. 34, 34/1, 36, 36/1, 42, 42/1 e 44 e via Timignano n. 1. Il secondo lotto, eseguito nel 2021, ha consentito di realizzare l’isolamento termico dell’involucro edilizio (copertura, cappotto e serramenti) dell’immobile di Strada per Longera n. 22.

Il terzo lotto, conclusosi nel novembre 2022, ha riguardato gli edifici di via Soncini n. 34 e 34/1. 

In particolare, la terza tranche dei lavori ha interessato 40 alloggi, per i quali è stato realizzato il cappotto termico sulle 4 facciate, l’isolamento termico dell’estradosso del solaio del sottotetto e la sostituzione dei serramenti e dei relativi sistemi oscuranti.

Malgrado gli appartamenti fossero tutti occupati, grazie all’impegno delle maestranze dell’impresa appaltatrice, Ruini Costruzioni s.r.l., alla professionalità del Direttore dei lavori, ing. Denis Zadnik e del Responsabile dei lavori, geom. Andrea Invidia, e al coordinamento dell’arch. Denise Gallino dell’ufficio tecnico della Fondazione CRTrieste, i lavori si sono conclusi nei termini previsti.

 “Abbiamo subito accolto, con convinzione, l’appello della Fondazione Caccia Burlo – ha dichiarato il Presidente della Fondazione CRTrieste, Massimo Paniccia – mettendo a disposizione, pur in un contesto particolarmente difficile nel quale il costo dei materiali edili è sensibilmente aumentato, le risorse economiche e tecniche per proseguire un importante progetto di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare della Fondazione Caccia Burlo, a beneficio delle famiglie locatarie”.

Lori Petronio, Presidente della Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo, ha ringraziato la Fondazione CRTrieste per questi importanti interventi, senza i quali molte famiglie avrebbero affrontato l’inverno in condizioni decisamente più disagiate.

La prossima tranche di lavori, che riguarderà 2 ulteriori edifici del comprensorio di via Soncini (n. 36 e 36/1), è in programma nella nel corso del prossimo anno e consisterà, anche in questo caso, nella realizzazione dell’isolamento termico dell’involucro edilizio (cappotto), la sostituzione dei serramenti e dei sistemi oscuranti.

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.

“Il Sogno di una cosa” Lunedì 5 dicembre, alle 17.30, al Cinema Ariston di Trieste, “Il Viaggio di Marco Cavallo” di Erika Rossi.

Si riporta il comunicato come ricevuto.

COMUNICATO STAMPA
 
“Il Sogno di una cosa”
Lunedì 5 dicembre, alle 17.30, al Cinema Ariston di Trieste, “Il Viaggio di Marco Cavallo” di Erika Rossi. Film e dibattito.
 
Il Coordinamento per la difesa della Sanità pubblica a Trieste – Koordinacijski Obdor za Zaščito Javnega Zdravstva con il Forum Salute Mentale, che del Coordinamento è parte, e tutte le Associazioni per la Salute del territorio, organizza l’incontro “Il sogno di una cosa”: lunedì 5 dicembre, alle 17.30 al Cinema Ariston (v.le R.Gessi 14, Trieste) verrà proiettato il film “Il viaggio di Marco Cavallo”, regia di Erika Rossi, prodotto da Collana 180 – Edizioni alphabeta Verlag. A seguire discuterà con il pubblico Franco Rotelli; coordina Peppe Dell’Acqua.
 
Il Coordinamento per la difesa della Sanità pubblica – Koordinacijski Obdor za Zaščito Javnega Zdravstva – a Trieste ha chiesto al cavallo di raccontare le sue battaglie antiche e quotidiane. Marco Cavallo ha nitrito con schiettezza e coraggio. Quanto sta accadendo non solo sul fronte delle politiche e delle culture e delle attenzioni per le persone che vivono l’esperienza del disturbo mentale, ma anche e soprattutto nel campo del sistema sanitario pubblico è quanto durante questo lungo viaggio iniziato lo scorso giugno il cavallo sta raccontando sulle piazze del Paese.
La disattenzione per le forme di medicina del territorio, inspiegabilmente dopo due anni di pandemia, e il ritorno di politiche di privatizzazione, ha mobilitato centinaia di operatori, cittadini e familiari non solo a Trieste e nella nostra regione ma in tutto il Paese.
 
Le parole umanissime della legge di riforma sanitaria del 1978: vicinanza, equità, libertà, dignità, rischiano di essere cancellate. Parole che sono state tradite un pezzo alla volta, senza che ce ne accorgessimo.

Da quel lontano febbraio del 1971, quando caddero le mura del vecchio manicomio di Trieste, al doloroso ed entusiasmante viaggio in tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, manicomi criminali, nel 2014, il cavallo azzurro non ha mai smesso di correre.
 
Nel 2014 partito da Trieste, con una medaglia del Presidente della Repubblica, ha attraversato l’Italia in un viaggio di oltre 4.000 km in 16 città, tra le quali le 6 sedi di OPG, per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e chiedere l’apertura di Centri di Salute Mentale h24. Il suo lungo cammino è diventato un film e un libro: “Il viaggio di Marco Cavallo” prodotto da Edizioni alphabeta Verlag – Collana 180. Quest’ultima, con 26 titoli, dal 2010 costituisce un osservatorio critico sugli scenari della salute mentale.
Durante il viaggio il cavallo venne accolto da migliaia di persone, incontrò gli internati degli ospedali psichiatrici che di lì a poco chiuderanno e i numerosissimi studenti, operatori, volontari che manifestavano per chiedere la chiusura di quegli anacronistici istituti.
 
Il cavallo è stato allontanato dai magazzini comunali di Muggia come ingombro indesiderato. Ma già dal giugno di quest’anno si trovava in altri luoghi, Comuni e persone, accoglienti e desiderose di battersi insieme a lui per la libertà, l’eguaglianza, i diritti per tutti.
Il 30 novembre è arrivato a Volterra, dove è stato accolto con un entusiasmo inaspettato per la giornata della cultura toscana (https://fb.watch/h72DeDRzeJ/). Di lì muoverà verso Bologna e un’altra decina di città e di associazioni. A fine anno ha deciso che vorrà arrivare in Calabria, e chissà forse anche in Sicilia.

Marco Cavallo non poteva non esserci.

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.