Archivi categoria: lettere al blog

La “famiglia nel bosco”: si amplia il dibattito. . “Ma si può sapere come funzionano le cose in questo Paese?”

Si riporta la lettera come ricevuta

La “famiglia nel bosco”: si amplia il dibattito. . “Ma si può sapere come funzionano le cose in questo Paese?”

(de Il Grillo Scrivente)

Caro Blogger,

ricorda quel “tantissimo” (di cui Le parlavo nella lettera del 9 novembre scorso) che avrei potuto dire riguardo alle decisioni della magistratura? Mi hanno fatto molto riflettere le considerazioni che ha espresso durante la Sua diretta giovedì 27 novembre scorso. Considerazioni che, peraltro, condivido pienamente. La “famiglia nel bosco”: ormai, in effetti, la conoscono tutti (o quasi). Tre pattuglie dei carabinieri. Penso che la “gentile concessione” di farli arrivare in “borghese” e senza sirene sia stata fatta in attenzione alla sensibilità dei bambini. I giudici hanno stilato una lunga lista di motivazioni dell’allontanamento. Già molte di queste mi lasciano un po’….”così”…; perché parlano di mancanza di riscaldamento, ma sembrebbe che nella casa ci siano ventidue gradi grazie ad una stufa. Ma qui non mi inoltro tanto, perché i Media possono aver riportato notizie sbagliate. Quello che mi lascia più costernazione è la motivazione secondo la quale i bambini non socializzano con gli altri e “il confronto e l’interazione con i compagni sono cruciali per l’apprendimento ed il successo formativo”. Mi si faccia capire una cosa, caro Blogger, invece che magari obbligarli a mandare i figli a scuola, glieli si porta via? Mi piacerebbe sapere se, oltre alla questione dell’apprendimento, hanno preso in considerazione anche l’aspetto psicologico: come mi ha fatto notare una mia conoscenza, quali conseguenze avrà su quei piccoli vedersi strappare dalla loro casa? Da quella casa in cui hanno dimostrato essere felici. Ma soprattutto dai loro genitori!

Per concludere, c’è una cosa che mi fa agghiacciare: in questa situazione i bambini sono stati portati via; nel Comune di Muggia, in Provincia di Trieste, proprio poco tempo fa, ad una creaturina di nove anni è stata tagliata la gola da una madre che aveva già cercato di strozzarla; e nonostante il bambino fosse obiettivamente spaventato e dicesse chiaro e tondo di avere paura della mamma, lì non sono arrivati i carabinieri a prelevarlo! Scusi caro Blogger, ma mi pongo una domanda (purtroppo destinata, come quella sull’Italia, a rimanere retorica): ma si può sapere come funzionano le cose in questo Paese?

Ah, comunque, per valutare le conseguenze psichiche e il benessere effettivo dei bambini, basta una domanda che loro stessi hanno posto alla mamma (l’unica a cui è stato concesso di stare nella “casa-famiglia” nella quale si trovano): “quando torniamo a casa?”.

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0

Quello che manca nella società di oggi? L’indipendenza caratteriale e la personalità.

Si riporta la lettera come ricevuta.

Quello che manca nella società di oggi? L’indipendenza caratteriale e la personalità.

(de Il Grillo Scrivente)

Caro Blogger,

in questi giorni la TV mi ha fatto molto riflettere. Ho visto una sit-com americana nella quale viene sottolineato che una neuroscienziata, possibile futuro premio Nobel per la scienza, nel caso, sarebbe la quarta donna premio Nobel. Ne viene sottolineata l’importanza, e quanto sarebbe da modello per le nuove generazioni. Il giorno dopo, lunedì scorso, ho appreso del suicidio delle gemelle Kessler. Si domanderà, immagino, quale sia il legame tra la neuroscienziata di una sit-com e il suicidio delle gemelle…: che mi sto chiedendo quanto siamo “dipendenti dagli altri”!

Trovo (se non preoccupante) per nulla positivo che una giovane (e lo stesso varrebbe nel caso di un uomo, ovviamente!) si senta “legittimata”, o anche solo ispirata, ad intraprendere un percorso perché questo è stato intrapreso da una persona del suo stesso sesso.

Non so molto delle Kessler, e ovviamente non si può (e non si deve!) giudicare chi non si conosce. Forse avevano un legame un po’ morboso…

Quello che vedo è che nella società di oggi manca l’indipendenza caratteriale; la personalità. Invece che sperare di avere modelli femminili, si dovrebbe sperare che le famiglie insegnino alle giovani
ad essere se stesse, a lottare per i loro sogni; a “tirar fuori le unghie” per riuscire a difendersi (da sole) in un mondo sempre più duro e difficile. Solo avere una nostra personalità ci può permettere di vivere la vita, e bene; altrimenti si finisce per diventare uno uguale all’altro (come infatti, purtroppo, vedo in tante giovani) e per dipendere dall’altro.
Il vero lavoro non va fatto sugli altri o sull’esterno, ma su noi stessi.

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0

“Lo stagista inaspettato”: un film che, con serenità, affronta argomenti… “politicamente divisivi”.

Si riporta la lettera come ricevuta.

(de Il Grillo Scrivente)

“Lo stagista inaspettato”: un film che, con serenità, affronta argomenti… “politicamente divisivi”.

Caro Blogger, sabato 7 novembre scorso ho visto un film molto interessante: “Lo stagista inaspettato”. Attori principali (il per me “grande”) Robert De Niro e Anne Hathaway, che ha raggiunto la fama soprattutto con il film “Il diavolo veste Prada”. È interessante e difficile allo stesso tempo, parlare di questo film, perché tocca più argomenti.
La trama: un 70nne pensionato e desideroso di darsi da fare in qualche modo risponde ad un annuncio di un’azienda in cerca di stagisti senior. Molto brevemente, l’uomo dovrà affiancare la dirigente (giovane) dell’azienda.

All’inizio assistiamo ad un “incontro” tra generazioni: lui anziano, circondato da giovani, che parlano di Social, “Like”, vendite online, e maneggiano i computer come fossero bicchieri d’acqua; devono ovviamente insegnargli tutto! Anche lui, però, finirà per insegnare loro tante cose: come parlare alle donne che hanno fatto arrabbiare, tipi di abbigliamento adeguati, eccetera.
Forse, da questo punto di vista, il bello del film è proprio che nessuna generazione viene disprezzata e ciascuna “può dare il suo”.

Poi il tema del femminismo: la situazione è chiara, in questo caso abbiamo un uomo (pure anziano) che sta agli ordini di una donna (pure giovane). Non solo, ma il marito ha abbandonato la sua brillante carriera per lei, per badare lui alla casa e alla figlia. Il tema però non viene vissuto con ossessione; e alla fine sono proprio loro, il “maschio anziano” ed il marito, che la sproneranno a non lasciare la sua “creatura”, alla quale ha “dato vita” e che manda avanti in modo impeccabile.

Infine il tradimento. E qui per me si può aprire un dibattito che potrebbe riempire pagine. Perché vede, caro Blogger, più di qualche volta ho visto sceneggiati o film in cui “lui” tradisce una “lei” che lo trascura; “sentenza”: disgraziato farabutto che ha fatto una cosa del genere alla poveretta.
Allora, nel caso specifico di questo film, lui si pente, si scusa, parlano tanto di varie cose, si chiariscono e si riconciliano; ma se vogliamo parlare del concetto in senso generale, non mi si fraintenda, è ovvio che una persona non va tradita; è un comportamento disonesto, che ferisce chi lo scopre e non è giustificabile. Se si hanno dei problemi, li si affronta e discute. Però, mi scusi, caro Blogger, non è mica giusto vedere solo chi tradisce come “colpevole” e la persona che trascura l’altro la povera vittima innocente: mi è lecito dire che forse un po’ quantomeno di responsabilità ce l’ha anche lei? È vero che non è giusto sacrificare un lavoro che si ama, e nel quale si crede, per la famiglia. La conciliazione casa – lavoro è proprio l’argomento sul quale da anni si accendono mille dibattiti; ed è esattamente l’obiettivo da perseguire! Ma dev’essere una conciliazione, appunto: nemmeno una famiglia va sacrificata, se uno ci crede veramente… È pur sempre (anche quella) una responsabilità. Se ti rendi conto che l’ago della bilancia pende più da una parte…beh, allora scegli quella senza distruggere l’altra.

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons: Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0