(di Biagio Mannino)
Una legge elettorale nuova? Sì, ma… quale?
Non è facile realizzare una nuova legge elettorale. Non perché sia tecnicamente difficile ma perché le, leggi elettorali, di fatto, assegnano i posti in Parlamento.
E allora?
E allora diviene una vera e propria impresa trovare un testo che, alla fine, accontenti tutti o, perlomeno, quasi tutti.
Incominciamo dall’inizio dicendo che, sostanzialmente, le leggi elettorali appartengono a due grandi famiglie: leggi di tipo proporzionale e di tipo maggioritario.
Entrambe hanno pregi e… difetti, al punto tale che non è possibile arrivare ad una legge perfetta.
Quelle di tipo proporzionale, come dice la parola stessa, privilegiano la proporzionalità, ovvero se un partito A ottiene il 30% dei voti, otterrà il 30% dei posti, e se B ha ottenuto il 20% dei voti otterrà il 20% dei posti e via dicendo.
Il sicuro vantaggio è dato dal fatto che tutti i partiti, portatori di diversi principi, ideologie, rappresentanti diverse categorie, trovano una collocazione nel sistema parlamentare ma, a pregiudizio, viene messa la governabilità, dove risulta difficile, se non impossibile, che un partito ottenga il 50% +1dei posti necessari a dare la fiducia ad un Governo.
Il sistema proporzionale risulta così privilegiare la rappresentatività democratica a prezzo però di una governabilità stabile imponendo alleanze tra i diversi partiti con le conseguenti “alchimie” politiche.
Il sistema maggioritario prevede la divisione in tanti collegi elettorali quanti sono i posti in Parlamento e questi verranno occupati dai singoli vincitori di ciascun collegio. L’effetto porta ad avere una sorta di bi-partitismo poiché anche a livello locale, quelle percentuali sopra esposte in riferimento al sistema proporzionale, si riflettono nei singoli collegi che, di conseguenza, vedranno prevalere, in alcuni di questi,i componenti del partito A e in altri del partito B.
In questo caso, la governabilità è garantita ma a prezzo della rappresentatività poiché, dal contenitore parlamentare,verrebbero escluse quasi tutte le rappresentanze.
Per tentare di giungere ad un compromesso, in alcune realtà, si è ritenuto utile inserire una soglia di sbarramento al sistema proporzionale in modo tale da assicurare una rappresentatività, ma ridotta a tutti quei partiti che raggiungano almeno la soglia prestabilita.
Anche in questo caso, tuttavia, il ricorso alle alleanze politiche è frequentissimo.
Allora si sono inseriti i premi di maggioranza al fine di garantire alla forza che arriva prima la piena governabilità ma, in questo caso, si inserisce una vera e propria lotta per la conquista di quel “voto in più” attraverso coalizioni anticipate che hanno poi l’effetto di creare dei sistemi bi- polari che non sono altro che proporzionali puri mascherati.
Da queste poche righe comprendiamo bene quale sia la complessità dell’argomento che deve poi essere integrato dall’altrettanta complessità dei giochi della politica.
Era il 1993 quando in Italia entrava in scena il “Mattarellum”.
La nuova legge elettorale prevedeva un insieme di sistemi: il 75% dei posti era assegnato con il sistema maggioritario e il 25% con quello proporzionale.
Un compromesso che assicurava una buona governabilità ed una presenza di forze eterogenee in un sistema bi- polare che era, in sostanza, sempre traballante a causa proprio della sua natura bi -polare e non bi- partitica.
Nel 2005 questa legge venne ritenuta non più adeguata e modificata con quella che oggi viene chiamata “Porcellum”.
Qui si concentra di tutto: premi di maggioranza, coalizioni, soglie di sbarramento, e sistemi differenti tra Camera dei Deputati e Senato, causando in definitiva maggioranze differenti tra i due rami del Parlamento e, di conseguenza, l’ingovernabilità.
Non solo: la legge è stata poi dichiarata incostituzionale in alcune sue parti dalla Corte Costituzionale lasciando il posto ad un sistema, in sostanza, di tipo proporzionale e chiamata “Consultellum”.
L’apoteosi della confusione si è poi raggiunta con l’approvazione dell’Italicum, legge elettorale studiata per il sistema Costituzionale che sarebbe scaturito ma… l’esito del Referendum del 4 dicembre 2016 ha sancito la vittoria dei NO e, adesso, l’Italia si trova ad avere un sistema elettorale che assegna un’ampia maggioranza ad un partito alla Camera dei Deputati, e un sistema di tipo proporzionale al Senato, imponendo alleanze tra forze che, oggi più che mai, non accettano compromessi.
Diviene necessario avere una nuova legge elettorale, ma… quale?
Torniamo al punto di partenza. Questa volta lo analizzeremo sotto il punto di vista della politica.
Stando ai sondaggi, un sistema elettorale di tipo maggioritario con compromesso, come il Mattarellum, converrebbe maggiormente al PD ed al M5S che si contendono i primi due posti nella classifica delle preferenze.
Forza Italia, vista la precaria situazione e la perdita di consenso negli ultimi anni preferisce il proporzionale in modo tale da garantirsi la politica delle alleanze così come tutti quei piccoli partiti che, con i loro pochi voti, potrebbero fare la differenza.
La Lega predilige il Mattarellum non perché si trovi ai vertici delle classifiche bensì perché, in un meccanismo di tipo bi -polare imporrebbe i propri candidati in molti collegi che verrebbero eletti anche con i voti degli alleati.
In questa situazione è comprensibile come scrivere una legge elettorale nuova sia un’impresa alquanto ardua, e come la politica si trovi sempre con la possibilità di rimediare a sé stessa, intraprendendo un percorso di collaborazione tra le diverse forze al fine di affrontare la situazione di crisi oggettiva che attanaglia la società italiana, ma, al contrario, non riesca a perseguire questo fine lasciando, il posto, alla classica, vecchia, inconcludente e dannosa politica.
>>>E’ saltato tutto col tripolarismo. >>>>>La Spagna andava bene finchè c’erano solo i Popolari e i Socialisti. Con l’avvento di Indignados e No podemos è saltato tutto, siamo alla terza elezione. Però, visto il PIL spagnolo, la mancanza di governabilità non fa male. In Germania è lo stesso, ormai la Grosse Koalizion è fissa, ma lì sono più seri e c’è la soglia di sbarramento seria. E noi?
Intanto manca la serietà. Solo da noi quasi un quarto dei parlamentari ha cambiato casacca ritornando a volte al punto di partenza. Etica e morale dove sono? Credo però che rispecchino l’elettorato, cioè noi. Alla fine siamo quasi tutti un pò furbetti.
A me piace il proporzionale perchè è il più corretto ma in un sistema tripolare non funziona.
E allora?
Il Mattarellum con una bella soglia del 5% potrebbe funzionare? Mah. Quella che manca è la coscienza civica e lo spirito di servizio. Non si può perseguire con arroganza, presunzione e con mezzi più o meno leciti il consenso. I mille giorni dell’ultimo governo sono costati 100 miliardi di aumento del debito pubblico ma l’arrogante è stato sonoramente trombato.
Forse per questo Paese c’è ancora una speranza.
Aldo
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