Lettera al blog: “Odiare gli uomini?”. La risposta.

Io sono per la difesa del maschio.

(di Anna Piccioni)
Carissimo Grillo Scrivente,

vorrei rassicurarla dicendo che oltre alle femministe ci sono molte DONNE FEMMINILI. Io sono una di queste. Anche se con gli uomini non ho avuto molta fortuna perché mi sono messa sempre in competizione con loro e non ho mai accettato di fare la sottomessa; tuttavia non li odio. Sinceramente anche a me infastidiscono le femministe estreme che si vantano della loro emancipazione dal maschio. Le donne hanno lottato per ottenere i loro diritti, ma non si sono rese conto che per pochi maschi illuminati che le hanno seguite e sostenute, hanno lasciato dietro una massa di uomini sconcertati, disorientati direi quasi abbandonati. L’uomo non si ritrova più:la compagna non accetta il ruolo di suddita che probabilmente ha visto nella propria madre. Le donne dell’altra generazione sopportarono silenziosamente ogni violenza e sopruso per il bene della famiglia, vendicandosi poi alla fine di quella vita a due facendo ogni possibile angheria e cattiveria al marito malato e infermo. Ovviamente questi sono casi estremi, ma ci sono; anche perché noi donne abbiamo più salute e longevità dei maschi.
Insomma per concludere non si arrabbi per quattro sfegatate, che
probabilmente hanno trasformato in odio l’amore che non hanno saputo trasmettere e contraccambiare. Inoltre le madri sono responsabili dell’educazione dei loro figli maschi; e le madri di oggi non fanno differenza nell’educare figli maschi o femmine. Le donne che hanno trovato il compagno “illuminato” o la loro compagna sanno che devono crescere insieme con stima e rispetto per essere una coppia. Aggiungo ancora che invece di odio parliamo di AMORE indifferentemente a quale sesso rivolgerlo.

La lettera al blog: “Odiare gli uomini?”.

Lettere al blog: “Odiare gli uomini?”.

(de Il Grillo Scrivente)
Caro blogger, martedì 20 ottobre leggo sul quotidiano “La Verità” un articolo del giornalista Adriano Scianca: “Parlano le femministe, «Odiare i maschi è bello e necessario»”; parla di Alice Coffin, autrice di “Le génie lesbien” (Il genio lesbico), e Pauline Harmange, autrice di “Moi les hommes, je les déteste” (Io gli uomini li detesto).
Già la prima parola mi sconvolge….: “Odiare”?????? Ma come odiare???? Ma le vere femministe sono quelle che difendono le donne dall’odio e dagli insulti degli uomini!! Le vere femministe sono quelle che denunciano le offese che le donne ricevono solo perché sono donne!! Il ministro Lucia Azzolina ha affermato poco tempo fa che quotidianamente assiste ad attacchi sessisti nei confronti di colleghe di qualunque partito. Le femministe chiedono rispetto, per le donne: e come può esserci rispetto nell’odio?….

Decido di approfondire e trovo un articolo di Stefano Montefiori sul sito de “Il Corriere”, nel quale il giornalista riporta le parole della scrittrice Harmange: “Vedo nella misandria, nell’odio per gli uomini, una via d’uscita. Detestare gli uomini in quanto gruppo sociale e spesso anche in quanto individui, mi dà molta gioia, e non solo perché sono una vecchia strega gattara. Io gli uomini li detesto”. La misandria è la “Avversione morbosa per il sesso maschile” (www.treccani.it). Quindi, l’avversione morbosa verso il maschio, l’odio per lui, secondo l’autrice sono una via d’uscita: da cosa?…. Dalla violenza? I delinquenti esisteranno sempre, non basta certo nutrire avversione verso un determinato sesso per eliminare i reati. Dalla mancanza di rispetto? Non si ottiene rispetto da una persona provando avversione e odio per lei. E allora da cosa? Da cosa riusciamo ad uscire, secondo la signora Harmange, se proviamo avversione e odio? Mi sa che l’unico modo per scoprirlo è leggere il suo libro.
Infine le dà, non solo gioia, ma pure molta, detestare gli uomini sia in quanto gruppo sociale, che in quanto individui! ……senza parole……. O forse no, forse una me ne viene: “perché”?………… Insisto, perché tanta gioia nel detestare un determinato sesso? Forse perché i maschi sono quegli esseri viventi sempre e soltanto cattivi, bruti,….. Quegli che non conoscono il significato della bontà, della dolcezza, della tenerezza, della generosità,….. Sì, sì, l’avevo dimenticato, i maschi sono solo dei cattivoni!
Ma non si dice sempre (giustamente) che non si deve giudicare le donne negativamente solo per il fatto che sono donne?…. E allora perché devo giudicare male un uomo solo per il fatto che è un uomo? Talmente male da doverlo addirittura odiare?? In Italia nessuno ha niente da dire riguardo a questo incitamento all’odio?…. Cosa sarebbe successo se un uomo avesse scritto un libro intitolato “Il genio gay” e un altro avesse scritto uno intitolato “Io detesto le donne”?

Un funzionario del ministero francese delle Pari opportunità, Ralph Zurmély, ha cercato di fermare la crociata delle due scrittrici ricordando alla casa editrice di Pauline Harmange, che “l’incitamento all’odio sulla base del sesso è un reato! Per questo vi chiedo di rimuovere immediatamente questo libro dal vostro catalogo a meno che non vogliate incorrere in conseguenze penali” (www.ilpost.it 9 ottobre 2020).
Che l’incitamento all’odio sia un reato dovrebbero saperlo molto bene!.. Ma mi sa che, come sempre, le cose vanno solo in un senso: se riguarda la donna ok, se riguarda l’uomo…..devono pensarci……

NOTA: l’immagine in questo post è opera di Biagio Mannino.

Natale 2020? La grande tristezza…

Natale 2020? La grande tristezza…

(di Biagio Mannino)
Natale 2020? Non facciamoci illusioni. Sarà denso di ansia e preoccupazioni.
Questo è un anno che resterà oggetto, per gli storici del futuro, di grande curiosità e meraviglia, di stupore ed incredulità. Per coloro i quali studieranno quanto è accaduto, quanto si è fatto, quanto si è scelto di fare e quanto tutto questo ha lasciato, sarà un percorso che li porterà dalla fantasia alla consapevolezza.
Si chiederanno, gli storici del futuro, come sia stato possibile chiudere in casa gli abitanti dell’intero pianeta. Come sia stato possibile far andare in tilt l’intero sistema globale dell’economia. Come sia stato possibile creare un malessere sociale di così vasta proporzione.
Dagli Stati Uniti all’Europa, dall’Indonesia all’India e così ovunque, in una crisi che assume dei connotati che rasentano l’incredibile.
Tutto perché ci si è fermati, insieme. Tutto perché, di fronte all’epidemia, si è ritenuta valida la soluzione più semplice.
Se un’epidemia si trasmette di uomo in uomo, basta separare l’uomo dall’uomo e, così, prima tutti a casa, poi il distanziamento, poi le limitazioni, poi le chiusure, poi di tutto un po’.
Nel frattempo, accettando questo in nome della salute, si è perso di vista il risultato del così detto fuoco amico. Quelle vittime che, a causa delle scelte prese per tutelare la salute, sono cadute in nome di quelle scelte stesse.
E negli ospedali come in tutto il mondo del lavoro, altri vivono il dramma di ciò che questa situazione sta provocando.
Chiudere? Allora disoccupazione!
Non c’è futuro per coloro i quali hanno piccoli lavori e che dipendono più che mai dalla vita comune, sociale.
Piccoli imprenditori, lavoratori autonomi, i loro pochi dipendenti, le loro famiglie… tutti in crisi.
Ma il problema è che non si giunge a questa situazione da una condizione di benessere.
La società, prima, prima del Corona virus, era già in crisi ed ora, è nel dramma.
Chi aveva difficoltà prima adesso le vede moltiplicate. Chi cercava disperatamente un lavoro prima, adesso non sa dove sbattere la testa.
Si diceva che gli italiani, per rimediare al loro debito pubblico, avrebbero dovuto attingere al vasto patrimonio privato.
Oggi questo accade perché, per far fronte all’emergenza, si attinge ai risparmi per andare avanti.
E chi non li ha…?
Limitare adesso per passare un Natale sereno: in che senso sereno?
Correndo a fare acquisti e tanti bei regalini da mettere sotto l’alberello? Con lucine colorate e musichette sdolcinate?
Certo, il Natale, quello commerciale, non quello religioso, aiuta i consumi e, quindi, l’economia. Ma, se la gente lavora sempre meno, dove li prende i soldi per quei bei regalini?
Teatri, cinema, associazioni… chiudere! La cultura? Non serve! Ma c’è un mondo dietro a queste attività, che vive e che rende vivi.
Tutto è strano, tutto è surreale, tutti hanno la soluzione al problema e contano i contagi, esprimono formule matematiche, mostrano grafici e parlano tanto ma, nel frattempo, la gente si impoverisce sempre di più e la malattia non preoccupa come l’angoscia della miseria.