Libertà, lealtà e tradimento: le “contemporanee” tragedie di Friedrich Schiller.

(di Valentina Ortolani)

Das Gesetz hat noch keinen grossen Mann gebildet, aber die Freiheit
brütet Kolosse und Extremitäten aus
.

(tr. La legge non ha mai formato un grande uomo, mentre la libertà genera colossi e cose eccezionali)

Sono le parole di Karl Moor, protagonista de “Die Räuber” (I Masnadieri), una tragedia di Friedrich Schiller, uno dei più grandi autori del Settecento tedesco.

La libertà è un tema molto caro a Schiller: un’altra sua grande tragedia, il “Don Karlos”, parla della libertà dell’individuo e del popolo dall’oppressore, dall’ancien régime, dal tiranno che esercita la sua volontà di dominio. Per Schiller l’uomo è libero quando è assolutamente se stesso, e non condizionato dall’ambiente circostante o da costrizioni che si auto impone, fisiche e morali. Questa sua concezione lo rende, a mio avviso, un autore profondamente moderno: oggidì siamo liberi? Ci sentiamo liberi? Liberi di poter esprimere i propri pensieri senza scatenare polemiche; liberi di poter scegliere; liberi di vestirci secondo il nostro gusto o di manifestare i nostri interessi senza essere giudicati.

Non solo la libertà: moderno in Schiller è anche il tema degli affetti, della lealtà, del tradimento da parte di chi ci è più vicino: in “Die Räuber”, Franz Moor, perfido, bugiardo e ambizioso, tradirà il fratello Karl: gli farà credere che il padre non gli ha perdonato il comportamento tenuto in passato e che non lo vuole più vedere. Da ciò, Karl diventerà un “masnadiere” e comincerà a svilupparsi la trama che sfocerà, ovviamente, in tragedia, con la morte del padre a causa di un infarto, quando apprenderà che il “suo” Karl si è unito ai masnadieri, e con la prigionia di Karl stesso, che si costituirà.

In particolare il tradimento è, a mio parere, un tema non solo attuale, ma anche eterno: sono molte, moltissime, le persone che vengono tradite e/o ferite proprio da chi hanno più vicino. E d’altra parte, lo dice pure il detto, “dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io”….

NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.

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