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La lettera al blog: “Tra abbigliamento e valori”.

La lettera al blog: “Tra abbigliamento e valori”.

(de Il Grillo Scrivente)

L’abito non fa il monaco”, recita un vecchio proverbio. E certamente non è giusto giudicare una persona solo dal suo abbigliamento. Si può essere un tipo molto elegante e un giorno aver voglia di vestirsi comodo e sportivo. Può capitare di uscire di casa e solo dopo parecchio tempo scoprire di avere una macchia sulla maglia, sui pantaloni, sulla gonna, della quale proprio non ci si era accorti! Oppure scoprire un piccolo buco sul maglione, e chiedersi come sia stato possibile non vederlo prima di indossarlo! Quante volte, poi, capita alle donne di accorgersi di avere i collant rotti o con le smagliature. Certo tutto questo non fa di noi delle persone trasandate! Ma c’è una cosa che proprio non può mancare, nel nostro modo di vestire: il rispetto del luogo dove andiamo.

Ogni luogo o circostanza richiede il suo abbigliamento: nessuno va a correre in tubino o in giacca e cravatta; nessuno nuota vestito. Quello che invece sta andando a perdersi, ahimè da troppi anni, è l’adeguare l’abito alle circostanze ufficiali, ai luoghi eleganti, e agli eventi caratterizzati da una certa importanza: una volta, per esempio, si andava a teatro vestiti in modo raffinato, signorile: gli uomini “rigorosamente” in giacca e cravatta, le donne con un bell’abito o comunque con un abbigliamento “di classe”. Ma quante persone vestono ancora così in queste occasioni? Molti anni fa ero a teatro per un concerto di pianoforte. In attesa che iniziasse, mi guardavo attorno, osservavo il pubblico presente, quello che entrava e si accomodava; e una cosa mi ha colpito: i giovani erano vestiti in maniera diversa, ma più o meno tutti “casual”; mentre gli anziani, tutti con abiti raffinati! La persona che mi aveva accompagnato al concerto mi disse “Perché agli anziani hanno insegnato che a teatro si va eleganti…”. Eh già, quell’educazione di un tempo, che sta scomparendo…..

Quante volte ho visto ad un funerale persone vestite di rosso!
Qualche tempo fa ho letto un articolo sul sito yahoo.com che parlava delle polemiche sorte dopo che il Primo Ministro finlandese Sanna Marin ha posato per la rivista “Trendi” con una giacca con una lunga scollatura che lasciava intravedere il seno, anche perché sotto la giacca il Primo Ministro non aveva assolutamente niente……..
E’ scoppiato uno scandalo scandito da non si sa quante polemiche, alle quali hanno risposto moltissime voci in difesa del Primo Ministro; tra le quali qualcuno che ha detto “una donna dev’essere libera di vestirsi come vuole, indifferentemente che rappresenti o no un’istituzione!”: no, se rappresento un’istituzione, devo adeguarmi al ruolo, non posso presentarmi (in circostanze ufficiali, ovviamente) in jeans e maglietta, o in abbigliamento “discutibile”.

Questo non significa non essere liberi, significa rispettare le circostanze e i ruoli! Se vado ad un funerale, circostanza triste e seria, non posso vestirmi a festa; se entro in una chiesa o in altro luogo di culto, non posso entrare vestito come per andare al mare; non per niente, all’entrata di certe chiese di località marittime sono esposti cartelli che invitano ad entrare con abbigliamento consono al luogo, o cartelli con l’immagine barrata del cono gelato, degli infradito e dei pantaloncini corti.

Ma ci sono ancora valori, in questa società? Spero di sì; ma quali?

NOTA: l’immagine in questo post è opera di Biagio Mannino.

Lettera al blog: “Odiare gli uomini?”. La risposta.

Io sono per la difesa del maschio.

(di Anna Piccioni)
Carissimo Grillo Scrivente,

vorrei rassicurarla dicendo che oltre alle femministe ci sono molte DONNE FEMMINILI. Io sono una di queste. Anche se con gli uomini non ho avuto molta fortuna perché mi sono messa sempre in competizione con loro e non ho mai accettato di fare la sottomessa; tuttavia non li odio. Sinceramente anche a me infastidiscono le femministe estreme che si vantano della loro emancipazione dal maschio. Le donne hanno lottato per ottenere i loro diritti, ma non si sono rese conto che per pochi maschi illuminati che le hanno seguite e sostenute, hanno lasciato dietro una massa di uomini sconcertati, disorientati direi quasi abbandonati. L’uomo non si ritrova più:la compagna non accetta il ruolo di suddita che probabilmente ha visto nella propria madre. Le donne dell’altra generazione sopportarono silenziosamente ogni violenza e sopruso per il bene della famiglia, vendicandosi poi alla fine di quella vita a due facendo ogni possibile angheria e cattiveria al marito malato e infermo. Ovviamente questi sono casi estremi, ma ci sono; anche perché noi donne abbiamo più salute e longevità dei maschi.
Insomma per concludere non si arrabbi per quattro sfegatate, che
probabilmente hanno trasformato in odio l’amore che non hanno saputo trasmettere e contraccambiare. Inoltre le madri sono responsabili dell’educazione dei loro figli maschi; e le madri di oggi non fanno differenza nell’educare figli maschi o femmine. Le donne che hanno trovato il compagno “illuminato” o la loro compagna sanno che devono crescere insieme con stima e rispetto per essere una coppia. Aggiungo ancora che invece di odio parliamo di AMORE indifferentemente a quale sesso rivolgerlo.

La lettera al blog: “Odiare gli uomini?”.

Lettere al blog: “Odiare gli uomini?”.

(de Il Grillo Scrivente)
Caro blogger, martedì 20 ottobre leggo sul quotidiano “La Verità” un articolo del giornalista Adriano Scianca: “Parlano le femministe, «Odiare i maschi è bello e necessario»”; parla di Alice Coffin, autrice di “Le génie lesbien” (Il genio lesbico), e Pauline Harmange, autrice di “Moi les hommes, je les déteste” (Io gli uomini li detesto).
Già la prima parola mi sconvolge….: “Odiare”?????? Ma come odiare???? Ma le vere femministe sono quelle che difendono le donne dall’odio e dagli insulti degli uomini!! Le vere femministe sono quelle che denunciano le offese che le donne ricevono solo perché sono donne!! Il ministro Lucia Azzolina ha affermato poco tempo fa che quotidianamente assiste ad attacchi sessisti nei confronti di colleghe di qualunque partito. Le femministe chiedono rispetto, per le donne: e come può esserci rispetto nell’odio?….

Decido di approfondire e trovo un articolo di Stefano Montefiori sul sito de “Il Corriere”, nel quale il giornalista riporta le parole della scrittrice Harmange: “Vedo nella misandria, nell’odio per gli uomini, una via d’uscita. Detestare gli uomini in quanto gruppo sociale e spesso anche in quanto individui, mi dà molta gioia, e non solo perché sono una vecchia strega gattara. Io gli uomini li detesto”. La misandria è la “Avversione morbosa per il sesso maschile” (www.treccani.it). Quindi, l’avversione morbosa verso il maschio, l’odio per lui, secondo l’autrice sono una via d’uscita: da cosa?…. Dalla violenza? I delinquenti esisteranno sempre, non basta certo nutrire avversione verso un determinato sesso per eliminare i reati. Dalla mancanza di rispetto? Non si ottiene rispetto da una persona provando avversione e odio per lei. E allora da cosa? Da cosa riusciamo ad uscire, secondo la signora Harmange, se proviamo avversione e odio? Mi sa che l’unico modo per scoprirlo è leggere il suo libro.
Infine le dà, non solo gioia, ma pure molta, detestare gli uomini sia in quanto gruppo sociale, che in quanto individui! ……senza parole……. O forse no, forse una me ne viene: “perché”?………… Insisto, perché tanta gioia nel detestare un determinato sesso? Forse perché i maschi sono quegli esseri viventi sempre e soltanto cattivi, bruti,….. Quegli che non conoscono il significato della bontà, della dolcezza, della tenerezza, della generosità,….. Sì, sì, l’avevo dimenticato, i maschi sono solo dei cattivoni!
Ma non si dice sempre (giustamente) che non si deve giudicare le donne negativamente solo per il fatto che sono donne?…. E allora perché devo giudicare male un uomo solo per il fatto che è un uomo? Talmente male da doverlo addirittura odiare?? In Italia nessuno ha niente da dire riguardo a questo incitamento all’odio?…. Cosa sarebbe successo se un uomo avesse scritto un libro intitolato “Il genio gay” e un altro avesse scritto uno intitolato “Io detesto le donne”?

Un funzionario del ministero francese delle Pari opportunità, Ralph Zurmély, ha cercato di fermare la crociata delle due scrittrici ricordando alla casa editrice di Pauline Harmange, che “l’incitamento all’odio sulla base del sesso è un reato! Per questo vi chiedo di rimuovere immediatamente questo libro dal vostro catalogo a meno che non vogliate incorrere in conseguenze penali” (www.ilpost.it 9 ottobre 2020).
Che l’incitamento all’odio sia un reato dovrebbero saperlo molto bene!.. Ma mi sa che, come sempre, le cose vanno solo in un senso: se riguarda la donna ok, se riguarda l’uomo…..devono pensarci……

NOTA: l’immagine in questo post è opera di Biagio Mannino.