Si riporta la lettera come ricevuta.
Perché quel tantissimo che potrei dire è meglio che non lo dica…
(de Il Grillo Scrivente)
Nel luglio 2022 Alessia Pifferi, una 40nne abitante a Milano, ha lasciato a casa da sola sua figlia Diana di diciotto mesi. Lo ha fatto per sei giorni; stante le comunicazioni dei vari Media e le dichiarazioni della sorella a Rainews, è andata in giro con un uomo. La bimba è morta di fame e di sete. Era stata condannata in primo grado all’ergastolo, ma ora la Corte di Assise di Milano ha riconosciuto le attenuanti generiche, riformando la sentenza e condannandola a ventiquattro anni.
Non ho nessuna intenzione di commentare i commenti (mi scusi la ripetizione) della madre e della sorella; magari del vicino di casa, come forse qualche telegiornale avrà fatto. Dentro di me sento solamente una grande commozione per una creaturina innocente che non c’è più, e che ha pure lasciato questo mondo soffrendo tanto, per ovvi motivi (senza bisogno di evidenziarne i particolari), visto che era senza cibo e senza acqua, ed era da sola.
Non so invece trovare il termine giusto per descrivere quello che provo pensando alla madre. L’unica cosa che mi sento di dire è che penso che quella donna abbia qualche turbe psichica, anche considerato il fatto che, come riporta Rainews, ha dichiarato che pensava che i biberon bastassero….
Quello sul quale avrei da dire, e tantissimo, è la riduzione della pena. “Attenuanti”? Anche se so dall’infanzia cos’è l’ergastolo, ne ho cercato la definizione per sicurezza: pena detentiva perpetua per i reati più gravi.
E con questo concludo la lettera, caro Blogger; perché quel tantissimo che potrei dire è meglio che non lo dica, e perché si dice che il silenzio vale più di mille parole….
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