(di Biagio Mannino)
A settembre tutto riprende.
Incominciano le scuole, l’attività lavorativa è a pieno regime. Il sistema mass mediatico e quello dell’intrattenimento danno il via alla programmazione e, la politica mostra il meglio, o il peggio, di sé.
Anche la trasmissione Grandangolo riprende dopo la pausa estiva, in onda su Radio Nuova Trieste ogni martedì alle ore 17 e riascoltabile dal sito http://www.radionuovatrieste.it, da dove potrete anche scaricare i podcast delle precedenti puntate. Sulla Home page di questo blog potete trovare il link alla Radio. Un sistema rapido e comodo per ascoltare la trasmissione.
L’appuntamento più importante del mese di settembre, in ambito elettorale, è rappresentato dalle elezioni in Germania che, il 24 di questo mese, vedrà i tedeschi alle urne.
Angela Merkel sembra andare verso la conferma del suo mandato. Forte del consenso dato dai sondaggi che la vedono vittoriosa sullo sfidante Martin Schulz, Angela Merkel vive con disinteresse la campagna elettorale.
Sono ben 14 i punti percentuali che dividono i due contendenti e la sua probabile affermazione porta, inevitabilmente, ad una riflessione sulla Germania di oggi.
Lo Stato dei “più” nell’Unione Europea: il più popoloso, il più forte economicamente, il più forte finanziariamente, quello collocato geograficamente nella posizione migliore, il più influente ed in grado di dettare le linee guida a tutti i membri della UE e non solo.
Impegnata silenziosamente in molti scenari politici al di fuori del continente europeo, la Germania è stata capace, dal 1989, di riunificarsi e ricostruirsi al meglio, divenendo il centro dell’Europa, non solo geograficamente ma anche politicamente.
A quella Germania fortemente europeista pochi giorni prima del crollo del Muro di Berlino, ne è corrisposta subito dopo una accentratrice ed oggi, quella Germania europeista ha lasciato il posto ad un’Europa germano centrica.
E in questo percorso la figura di Angela Merkel è stata assolutamente determinante.
Che i meriti siano tutti tedeschi non è possibile affermarlo, anche perché ci sono molti demeriti di tutti gli altri che hanno permesso un percorso politicamente egoistico, il quale, inevitabilmente, ha fatto venir meno il principio fondamentale dell’interesse europeo e consentendo, di conseguenza, agli interessi particolari, di prevalere.
Una scelta politica poco propensa a guardare nel lungo periodo e maggiormente interessata a raccogliere quanto possibile, anche in ambito di consenso elettorale ma essenzialmente debole e fragile, soggetta a incerti accordi e lasciando il terreno libero ai forti.
Meno Europa, più Stati, o meglio, più Germania.
Questa è la realtà che apre lo “spettacolo” della politica e dà il via alle danze del nuovo anno.
NOTA: l’immagine in questo post è stata tratta da www. Wikipedia. it.