
(di Biagio Mannino)
Pomeriggio intenso oggi nell’aula del Senato.
Il Presidente del Consiglio Conte, nel suo discorso, porta al centro della questione il valore e l’importanza delle Istituzioni.
Sono passati quattordici mesi dall’insediamento del Governo giallo – verde e tanto si è visto, soprattutto, nell’ambito della comunicazione politica.
Mai come in questo periodo alle aule si sono sostituiti i Social e, in particolare, per opera del Ministro Matteo Salvini.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è mantenuto sempre lontano dai contesti del dibattito mediatico autogestito, preferendo la via della politica e del diritto.
A pochi giorni dall’inizio della crisi, Conte, nel suo attento discorso, ha evidenziato chiaramente tutte le responsabilità e le relative emergenze che le scelte di Salvini causano e causeranno.
Una crisi di Governo in agosto comporta inevitabilmente il pericolo di far saltare i percorsi parlamentari e, inoltre, di portare ad un reale aumento dell’IVA con tutto ciò che ne deriverebbe, incluso un calo dei consumi che indebolirebbe ulteriormente la già fragile situazione italiana.
Non un Governo dei No, sottolinea Conte, ma un Governo che ha lavorato e che ha prodotto risultati. Questo rivendica il Presidente del Consiglio rivolgendosi direttamente a Salvini, utilizzando un efficace accorgimento comunicativo dandogli del “tu” e ponendosi, di fatto, al vertice della piramide di Governo dopo che, a parole, Salvini si è sempre mostrato come il leader incontrastato.
Al contrario la risposta di Salvini è apparsa sostanzialmente ripetitiva, dando maggiormente l’impressione di utilizzare slogan già sentiti quasi a preparare la campagna elettorale.
Si appella a San Giovanni Paolo II e porta la religione in un aula che mal accetta un uso, francamente inopportuno, del simbolismo religioso in quel contesto di pura contrapposizione politica.
Matteo Renzi sembra essere tornato, in forma più che mai,e punta il dito proprio verso Salvini che, adesso, si mostra più debole che forte. Renzi sfoggia il suo repertorio riesce anche, tra una frase e l’altra, a prendere in giro il leader leghista.
I contrasti e i nodi al pettine emergono più che mai e tutto appare come una sorta di regolamento di conti tra tanti duellanti.
Non sono i partiti ad essere i protagonisti della scena, ma i personalismi, e questo rende la situazione decisamente, ma non inaspettatamente, incandescente per il Presidente della Repubblica che dovrà faticosamente trovare la soluzione più adatta, e meno dolorosa, per un Italia che necessita, mai come ora, di governabilità.
Il voto o un nuovo Governo?. Al momento l’ipotesi maggiormente probabile sembra essere la seconda.
Un Governo Movimento Cinque Stelle – Partito Democratico LEU potrebbe essere l’ipotesi più accreditata. Ma chi sarà il Presidente del Consiglio? E quale, soprattutto, la politica da seguire?
Sicuramente il ruolo di Salvini è ridimensionato e la mossa nella partita a scacchi della politica italiana si è rivelata nella sua debolezza portando il gioco, ormai, a ritorcersi proprio contro di lui.
Il contesto è cambiato, in un attimo: Conte emerge e diviene figura primaria, Renzi riappare in forze, Zingaretti in difficoltà, ma Salvini, da aspirante Statista, diviene un politico piccolo. Alla fine quello che, sotto sotto, volevano tutti.
NOTA: l’immagine in questo post è stata tratta da www. wikipedia. it.