Al Referendum voterò…

(di Biagio Mannino)

A pochi metri da Piazza Unità, molti turisti tra le vie, nonostante l’epidemia di Corona virus, molta gente, a piedi, in bici. Monopattini ovunque che zigzagano tra le persone quasi fossero birilli.
Un’atmosfera strana, quasi non fosse accaduto nulla negli ultimi mesi.
Chiacchiericcio e voci, rumori di auto e moto, la campana del Comune che batte le ore.
Una signora gentile, molto gentile, un bel sorriso, un sorriso molto bello, quasi rassicurante, anzi… rassicurante, che si incastona in quel contesto, di voci, di biciclette, di monopattini, di atmosfera soporifera di una mattina di metà settembre post . temporaneo Covid.
Ci vuole la tranquillità, se ne sente il bisogno anche se, a dire il vero, pochi lo ammettono.
Una sicurezza, un qualche cosa al quale aggrapparsi in questo periodo che ancora ben bene non è stato interpretato, compreso, assimilato, nelle sue conseguenze.
Sì, una signora sorridente che mi ferma e mi consegna un volantino.
Mi dice “Per il Referendum”.
Prendo il volantino, incurante di quello che c’è scritto. Mi basta quel sorriso… rassicurante… in quel contesto… strano… tra bici e monopattini…
Proseguo nel mio cammino. Arrivo in Piazza Unità. Confusione tra turisti, selfie e Spritz Aperol…
Un bel Sole, caldo e luminoso, un po’ di vento che a Trieste non manca mai.
Guardo. Bambini che corrono ovunque. Chi si incontra, chi saluta. Un violinista suona e il suo cappello, lì, sulla strada, mostra qualche monetina scintillante. Gente che parla, che discute, che chiacchiera.
Di cosa? Non lo so. Sono curioso. Vorrei saperlo.
Le note della musica escono dal violino e tutto sembra bello.
Abbasso lo sguardo e vedo la mia mano e nella mia mano, quasi fosse appoggiato, quel volantino che aspettava solo che lo guardassi, almeno quello, se non lo avessi letto…
Lo avvicino a me e con l’immagine di quel sorriso rassicurante, lo inizio a leggere con un’espressione sul mio volto altrettanto sorridente, di riflesso…
“Ora o mai più. Vota SI per tagliare 345 poltrone”, firmato Movimento Cinque Stelle.
Guardo di nuovo la Piazza, vedo la gente camminare al Sole come tante piccole lucertoline, penso al sorriso rassicurante di quella signora e, tutti i miei dubbi spariscono e decido che, al Referendum, voterò semplicemente… NO!
Devo ringraziare quella signora perché quel suo sorriso, così rassicurante, era proprio strano, ma ben intonato a quella atmosfera.
Essere tranquillizzati in un periodo in cui la paura per la propria salute è stato dominante, dove i mostri dei racconti del passato tornavano a farsi sentire portando epidemie dove generazioni come la mia ne avevano sentito parlare solo nei documentari.
C’è tutto quello che seguirà, in Italia come altrove,la disoccupazione che in molti dovranno affrontare a causa delle scelte difficili prese per fronteggiare il momento di emergenza.
Come dimenticare poi quella esperienza, quella che ci ha visti chiusi in casa per due mesi, noi, tutti, il mondo.
Sì, devo ringraziare quella signora, che con il suo sorriso rassicurante mi ha svegliato dal torpore difensivo e mi ha fatto vedere come sia tutto estremamente precario, come improvvisamente si possa perdere tutto, la libertà, la democrazia. In nome dell’emergenza come si possa accettare e tornare ad epoche in cui si lottava per avere quello che, semplicemente, abbiamo oggi.
Sì, devo proprio ringraziare quella signora che, con quel suo sorriso mi ha fatto capire quanto sia importante avere la forza democratica di essere rappresentato in Parlamento, quel luogo in cui tutti noi, io compreso, ci identifichiamo grazie all’articolo 1 della Costituzione Italiana.
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo…”
La sovranità appartiene al popolo e, quindi, anche a me e, in questi periodi, così duri, brutti, difficili non voglio perdere la mia piccola, piccolissima possibilità di essere protagonista del mio e del destino dei miei concittadini.
No, non voglio perdere i parlamentari, sì voglio che chi mi rappresenta faccia e faccia bene. Ma, se lavorasse male, non vorrei vedere la soluzione nel ridurre la partecipazione democratica. Cambierei i parlamentari!
Ma come posso pensare, come posso credere che la soluzione alla mia esigenza di essere rappresentato, di essere tutelato, di essere considerato, di essere aiutato nei momenti di emergenza, come questo, come questo che stiamo vivendo, come questo che ci porterà presto a piangere per la disperazione, possa passare attraverso la riduzione di coloro i quali hanno proprio la responsabilità di fare tutto questo per me?
“Un risparmio economico” dicono e poi “Funzionerà meglio”. Ma non abbiamo risparmiato abbastanza? Non sono anni che facciamo sacrifici? Dobbiamo ancora rinunciare? Dobbiamo rinunciare al nostro diritto di essere rappresentati in modo adeguato?
Le biciclette continuano a sfrecciare ed i monopattini a zigzagare incuranti, tra persone che chiacchierano, di mascherine e saldi, sorseggiando Spritz Aperol…
Sì, devo proprio ringraziare quella signora, con quel sorriso rassicurante, che mi invitava a votare SI al Referendum e mi faceva capire che posso solo votare NO!

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