La difficile situazione sociale e politica in Sri Lanka evidenzia lo stato di malessere che un popolo sta vivendo. Le cause? Molte, ma essenzialmente le responsabilità della politica sono quelle principali.
In particolare lo Sri Lanka si trova a vivere le conseguenze del fallimento del sistema mondiale, quel sistema che si è mostrato nel percorso di gestione del problema “Covid – 19” e che lascia molto spazio alle valutazioni, ai dubbi, alle considerazioni su quanto è stato fatto e su quanto è stato prodotto.
Tutte le scelte prese dal 2020 ad oggi, indubbiamente, hanno lasciato il segno e hanno portato conseguenze che i popoli si trovano a vivere sulle proprie condizioni di vita decisamente peggiorate, conseguenze che hanno avuto la capacità di unirli in nome, però, della miseria.
Problemi legati alla perdita di posti di lavoro, inflazione, precarietà si accompagnano poi alle ulteriori conseguenze frutto della guerra “europea”, quella guerra in Ucraina che ha portato alla contrapposizione globale il blocco occidentale con una Russia che si afferma sempre di più nelle strategie e nei posizionamenti geopolitici.
E mentre aumenta tutto e si teme per una crisi alimentare di proporzioni globali, i Paesi maggiormente in difficoltà, come lo Sri Lanka, vedono problemi vecchi e nuovi amplificati.
Scelte sbagliate, nei processi produttivi agricoli, si uniscono all’aumento del costo dei carburanti e non solo, facendo volare l’inflazione oltre il 50%. E poi la necessità di acquistare beni alimentari all’estero si accompagna alla inevitabile direzione, quella di ricorrere a prestiti da parte della Cina soprattutto, ma a patto che parte della portualità dello Sri Lanka passi ad una gestione cinese.
Al centro di tutto la famiglia Rajapaksa, protagonista nella politica per quasi venti anni e che adesso il popolo dello Sri Lanka non vuole più.
Gotapaya Rajapaksa ha trovato rifugio all’estero mentre il Primo Ministro, Ranil Wickremesinghe, è pronto a subentrargli ma il popolo non lo vuole.
La politica con tutti i protagonisti del passato, lontano e recente, non è più in grado di gestire la situazione di crisi e, soprattutto, di riconquistare la fiducia dei cittadini dello Sri Lanka.
Una situazione che, al momento, si mostra di difficile se non di difficilissima soluzione.
Quello che emerge è, però, un evidente stato delle cose, di una situazione globalizzata che mostra l’incapacità della politica di dare delle risposte vere alle conseguenze delle scelte prese dalla politica stessa. Un mondo impoverito in brevissimo tempo e che mostra le sue emergenzialità maggiori proprio dove già le situazioni erano critiche. Ma nessuno è escluso.
Il mondo che, con la pandemia del 2020, si scopriva fragile, ha visto la sua componente dirigenziale non cogliere l’opportunità di sistemare le cose in nome di un benessere comune ma, al contrario, cogliere le occasioni migliori, quelle occasioni utili però a pochi e disastrose per gli altri, tutti gli altri, tutti noi.
NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.