Colpi (di teatro) sulla Siria.

Donald_Trump_official_portrait
Donald Trump

(di Biagio Mannino)

Non ci si orienta più nella tragedia siriana.
Una realtà che vede tutti contro tutti, presenza di potenze straniere per interessi ben poco chiari di fronte a chi osserva quanto accade ormai da anni.
Un regime, quello di Bashar al – Assad, che resiste al desiderio del cambiamento anche ispirato dall’ormai lontana primavera araba.
A questo si affianca ciò che resta della seconda guerra del Golfo, di quella componente sunnita post Saddam che dal 2003 si è trovata fuori dai giochi del potere in Iraq, in uno scontro interno con gli sciiti e con la componente kurda da sempre alla ricerca di un’autonomia vera, un’indipendenza voluta.
Ma ai kurdi dell’Iraq guardano i kurdi della Siria e, in particolare della Turchia di Recep Tayyip Erdogan, quella Turchia che forte della sua struttura statale, del suo sviluppo economico ed industriale, con un esercito assolutamente forte, si muove sullo scenario medio orientale con ampie visioni che possono ricordare i tempi passati, quelli dell’Impero Ottomano.
E la Russia, che ad un processo di balcanizzazione siriano, non può permettere che questo trascini Bashar al – Assad alla caduta al fine proprio di evitare un analogo percorso di balcanizzazione dell’area delle così dette “Repubbliche Caucasiche”.
Ma in questa grande confusione entra in scena quella storica alleanza tra gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia.
Tre potenze che oggi, però, si trovano a ricoprire ruoli marginali nello scacchiere geopolitico mondiale e,, invece, affrontano problematiche interne di grande difficoltà.
Trump ancora non riesce a dare un vero assetto alla sua politica e, tra un’iniziativa ed un’altra, cerca un’affermazione che, forse, serve più a colpire l’immaginario collettivo dei cittadini americani.
In molti vedono in lui l’assenza di una effettiva strategia che, partendo proprio da una debolezza interna, cerca soluzioni in politica estera ma che poi, alla fine, portano solo a decisioni confuse.
Ma se gli Stati Uniti di Trump sono in attesa di capire, sia la Francia che il Regno Unito si trovano ad affrontare situazioni di difficoltà interne di rilievo e, in particolare, il Regno Unito non ha ancora superato il post brexit incamminandosi in un percorso incerto e confuso, con poche idee, tanta debolezza e con una politica che, dal 23 giugno 2016, ha mostrato molta incapacità.
Tweetta Donald Trump “A perfectly executed strike last night. Thank you to France and the United Kingdom fortheir wisdom and the power of tueir fine Military. Could not have had a better result. Mission Accomplished!” (traduzione: Un colpo perfettamente eseguito ieri sera. Grazie a Francia e Regno Unito per la loro saggezza e il potere del loro esercito. Non avrebbe potuto avere un risultato migliore. Missione compiuta!
La Siria è tutto questo: un luogo e un non luogo, dove tutti i luoghi cercano di trovare soluzioni a problemi propri. Dove tutti cercano di causarne altri per evitarene altri ancora e dove le soluzioni servono fino a quando non subentrano altri lontani problemi.
La Siria è un luogo dove la gente sta male, dove ci sono stati migliaia e migliaia di vittime, di feriti, di tragedie, da dove si scappa.
Una conseguenza, anche questa, di logiche politiche che trovano spiegazioni affrettate, dove poi, chi ne paga le spese, sono sempre quelli.

 

NOTA: l’immagine un questo post è tratta da www. Wikipedia. itt.

 

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