L’Università della Terza Età di Monfalcone: breve storia di un’esperienza personale.

830480_4471158819175_617803408_o(di Biagio Mannino)

Come definire la mia esperienza presso l’Università della Terza Età del Monfalconese? Semplicemente… gratificante!
Personalmente ho molta esperienza e conoscenza del settore e ho avuto modo di frequentare un ampio numero di strutture come questa.
Anche quella di Monfalcone è, per me, importante come le alte. Quella di Monfalcone, che comunemente chiamiamo Ute, rappresenta un appuntamento al quale guardo sempre con aspettative e gran voglia di incontrare i frequentanti del mio corso.
Sì, un appuntamento, perché definire “lezione” o “incontro” quel momento, mi sembrerebbe riduttivo.
Normalmente è il lunedì il giorno in cui vengo a Monfalcone a tenere il corso “Analisi della politica”.
Arrivo sempre in abbondante anticipo, un po’ perché gli orari ferroviari lo impongono, un po’ perché mi piace aspettare vedere giumgere i frequentanti che, con il passare degli anni, posso affermare, siano divenuti ormai “amici”.
Ci si incontra e la prima domanda che viene posta è “Di cosa parleremo oggi?”, ed io rispondo “Non ve lo dico!”.
E così, un po’ sorridendo e un po’ scherzando, si attende l’ora di inizio e, mentre si è l’, davanti alla sede, alcuni semplicemente salutano ed entrano ed altri mi raccontano le loro osservazioni e sensazioni, sulla politica, su Monfalcone, sul Mondo.
E poi, al momento opportuno, mi sposto anch’io, e dopo il breve tragitto nel piccolo corridoio, entro in sala e la vedo piena di gente, anzi, di amici.
Non è stata una scelta a caso quella di aver impostato un corso di contenuti notoriamente complessi come, ad esempio, il diritto costituzionale, o la scienza politica, o l’economia e la finanza, o la sociologia o la storia, in una modalità colloquiale.
Parlare assieme sui temi e gli argomenti che ci coinvolgono, che seguiamo e che sentiamo dire alla televisione, sui giornali, su internet.
Sì parlare e parlare assieme. Dialogare in un momento storico in cui si tende a comunicare sempre meno.
Il tema del giorno diviene lo “strumento” per rompere il ghiaccio, per iniziare un confronto, un vero e proprio dibattito dove tutti hanno la possibilità di dire cosa ritengono, cosa pensano.
Non è facile parlare di politica, neanche a casa propria. Un argomento addirittura, in certe occasioni, da evitare. E non è facile far parlare di politica gli altri e, devo dire, quando gli appuntamenti si concludono, sono sempre molto soddisfatto e… tiro un respiro di sollievo!
Ma quello che maggiormente ti dà soddisfazione sentire, da parte delle persone, continuare a dibattere dopo che l’ora si è conclusa, .
Questo è il significato del percorso: essere diventati “amici” nel senso che quelle barriere che normalmente si interpongono tra sconosciuti, cadono e lasciano lo spazio alla libertà delle relazioni interpersonali.
Infatti se è vero che le Università della Terza Età sono luoghi di formazione, è altrettanto vero che sono anche luoghi in cui è la socializzazione, o, più semplicemente, la voglia di stare assieme, l’elemento su cui si fondano queste strutture.
Questa esperienza a Monfalcone mi ha dato la gratificazione non solo di aver realizzato un progetto ma anche di essere stato coinvolto anch’io in un cammino di amicizia.
Ora, quando vengo a Monfalcone, camminando lungo viale San Marco, mi capita di incontrare qualcuno e il saluto, il sorriso e il commento su come va il Mondo, non mancano mai.
Sono passati trenta anni dalla nascita dell’Ute del Monfalconese ed io la frequento da sei. Ora le prospettive, con la nuova e prestigiosa sede messa a disposizione dal Comune, sembrano segnare una via di ulteriore riconoscimento per questa struttura.
E’ un passo importante ed un altrettanto importante riconoscimento nel ruolo e significato.
Una Associazione con la “A” maiuscola, che è ormai un punto di riferimento e di orientamento per l’intera comunità del Monfalcone se, per quella componente della popolazione che supera i sessantacinque anni, definita come terza età. Trenta anni di esperienza e di esperienze, di lezioni, di corsi, di vera e propria lotta contro l’analfabetismo informatico derivante dalla troppo rapida evoluzione dei sistemi tecnologici. Trenta anni di un luogo di aggregazione, di socializzazione, di semplice divertimento dove al burraco ed al ballo, si aggiungono gite e pranzi.
Tutto questo, così, semplicemente, senza troppe pretese o ambizioni e, soprattutto, attraverso il lavoro volontario di validi insegnanti e di un Consiglio Direttivo di grande qualità.
Voglio inoltre ricordare quella che per me è la figura di riferimento: la Signora Luciana Ceriani, Direttrice dei corsi che, sempre presente, sa cogliere le effettive esigenze nei momenti giusti per poi fornire le soluzioni, le risposte e l’organizzazione adatta ed idonea.
Anch’io, in particolare, sento di aver portato un piccolo contributo con le mie teorie sulla socializzazione attraverso la formazione, di aver formito adeguati contenuti sulla scienza politica e, come detto, la mia soddisfazione derivante dal risultato ottenuto, è stata semplicemente… gratificante.

 

NOTA: l’immagine in questo post è opera di Biagio Mannino.

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