Lettera al blog di Roberta Canziani.
Il nostro Comune ha operato la scelta di conferire la cittadinanza onoraria a un’iniziativa di cento anni fa: il milite ignoto. E a ulteriore prova che per alcuni il tempo trascorso non sia mai passato e che anzi desidererebbero che le sue lancette girassero al contrario, quanto scritto sui totem sparsi per il centro a inquadramento storico e illustrazione dell’iniziativa. Nella descrizione si riporta che “d’ora innanzi le donne entreranno prepotentemente nelle manifestazioni pubbliche”. Eh sì è proprio vero, e penso alle donne che durante la grande guerra hanno dovuto sostituirsi agli uomini nelle fabbriche e che con loro ora partecipano agli scioperi per rivendicare migliori condizioni di vita e di lavoro, penso alla legge Sacchi del 1919 che abolisce l’ autorizzazione maritale ed apre al sesso femminile tutte le professioni ed il pubblico impiego, penso alla casa atelier di Anita Pittoni qui vicino che, anche se in epoca successiva, diverrà luogo d’incontro di letterati ed artisti…ed invece no, niente di tutto questo! La frase successiva spiega che il ruolo recitato (!?) dalla donna nelle manifestazioni pubbliche è solo “quello della madre dolente, della madre sofferente che accoglie nelle proprie braccia le spoglie del giovane figlio”.
Donne quindi “cornute e mazziate” che prima hanno perso i propri figli in un’ inutile carneficina e che poi vengono usate per continuare a diffondere il virus del nazionalismo e per preparare il terreno al regime che le valutava ed esaltava solo in quanto mogli e madri!
Non sapevo se essere più incredula o arrabbiata e non capisco cosa di questi fatti ci sia da celebrare cento anni dopo.