La democrazia? Una semplice illusione.

(di Biagio Mannino)

Democrazia? Ormai dobbiamo rassegnarci e rendercene conto: è semplicemente un’illusione. La parola in cui ci siamo sempre identificati, che ha rappresentato il nostro modo di agire, di essere, di confrontarci con gli altri, che la democrazia, ci dicevano, non la avevano.
La democrazia che ci contrapponeva, a seconda dei momenti storici, ai vari regimi, comunisti, fascisti o simili, senza poi sapere neppure cosa fossero.
La democrazia che rappresentava la nostra educazione e il nostro orgoglio così forte da sentirci, in altri momenti storici, autorizzati ad… esportarla. E così, in nome di quella democrazia che gli altri non avevano, in nome di quelle libertà democratiche che gli altri non conoscevano e si trovavano a subire regimi autoritari, andavamo in giro a far guerre per il mondo e portarla, convinti di salvare, gli altri, per poi lasciarli, gli altri, peggio di prima.
Quante lotte, quante battaglie, si sono fatte per la democrazia, quando i nostri Padri Costituenti scrivevano quel testo meraviglioso, considerato non a torto la più bella Costituzione del mondo.
Ma cosa direbbero, oggi, proprio loro, che con esperienze di contrapposizioni dure, di autoritarismi e totalitarismi alle spalle, si adoperarono nella stesura della legge fondamentale dello Stato nella speranza di garantire, appunto, alle generazioni future la democrazia?
La vicenda del Green Pass ha smontato tutto o, forse, ha aperto gli occhi di chi vuole vedere. Ci ha portati alla triste consapevolezza, alla fine del sogno che pensavamo fosse realtà e abbiamo capito che, la democrazia, semplicemente, è un’illusione.
Tutto parte da un punto, unico, che porta le persone ad accettare, qualsiasi cosa, anche il paradosso della democrazia, ovvero rinunciare democraticamente alla stessa democrazia. Il punto si chiama PAURA.
La paura così presente negli ultimi due anni, la pandemia che ci ha costretto in casa, per mesi, ad una situazione inimmaginabile, al sacrificio, per molti alla perdita del lavoro e ad altre situazioni che conosciamo, e poi la paura di ritrovarci al punto di inizio della disavventura, senza porci domande, senza porci perché, no quell’esperienza non doveva tornare e le macerie delle conseguenze delle scelte prese erano lì fumanti come dopo un bombardamento.
Disoccupazione, famiglie spezzate, giovani in disagio sociale, sistema sanitario in crisi.
La paura e la necessità di sopravvivere e di affidarsi, essere guidati, accettando, pur di non tornare a prima.
Il Green Pass, se lo analizziamo, è quanto di più strano si possa desiderare: un’autorizzazione a vivere in un contesto sociale. Un’autorizzazione a frequentare il contesto pubblico, un’autorizzazione a poter continuare a lavorare proprio nel momento di massima crisi per le economie delle famiglie.
La salute diventa paura e qui gli aspetti si spostano su un piano diverso, dove quell’Italia, Repubblica, democratica, fondata sul lavoro, non si trova più. Dove si è mai sentito che, per lavorare, bisogna pagare? Dove si è mai sentito che i lavoratori sono obbligati a tamponi frequentissimi? Dove si è mai sentito che i partiti appoggiano tutti, tranne uno, l’operato di un Governo, che non ha opposizione e che sembra aver riunito nelle proprie mani potere esecutivo e legislativo assieme, facendo uso dei decreti legge? Dove sono i sindacati, che dovrebbero essere alla difesa di tutti e di nuovo tutti i lavoratori ma che sembrano ormai non sapere da che parte girarsi per ritrovarsi? Ma soprattutto, dove si è mai sentito che chi manifesta, liberamente e con il diritto di farlo, di portare in piazza i propri problemi, la propria opinione, il proprio dissenso, non viene considerato?
Manifestare non significa andare a fare un giretto per le vie del centro. Manifestare significa affrontare con coraggio le strade e mostrarsi nel proprio disagio, per essere ascoltati e considerati, come tutti i cittadini poiché democrazia non è semplicemente che chi ha la maggioranza governa, la democrazia è essere delegati dal popolo sovrano a governare nel rispetto dei diritti di tutti e di tutte le minoranze, inclusi coloro i quali non hanno delegato quel governo.
Democrazia è anche comunicazione: avete seguito i dibattiti nel vari salottini televisivi in questi giorni? No? Meglio!
Avreste assistito a intellettuali, o presunti tali, che, con opinione comune, esprimevano considerazioni sui No Green Pass senza aver alcuna attenzione alle loro legittime esigenze.
Le loro parole stridevano di fronte alla concretezza di chi vive la realtà, la vita non ovattata delle persone che combattono per pagare le bollette, per trovare un lavoro non gratificante ma che permetta di andare avanti, di garantire un minimo di futuro ai loro figli e, adesso, anche di pagare i tamponi! Stridevano di fronte alla voce dei portuali di Trieste e di tutti coloro che si sono aggregati alle manifestazioni. Voci però ascoltate solo da chi era lì, presente in quei posti.
Tante cose non dette, non considerate, taciute ci portano all’orwelliana memoria che ciò che non viene detto, alla fine, non esiste?
La democrazia tristemente diviene illusione e, senza che i più se ne accorgano, lo è per tutti.

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