(di Pio Baissero)
“Saggio sulla lucidità!”: di questo libro del Premio Nobel per la letteratura del 1998, il portoghese Josè Saramago, avevo un vago ricordo. Ma questi giorni mi è riemerso nella memoria. Per quale motivo? Perchè Saramago, già nel 2004, ci aveva fatto entrare, con prosa incredibilmente efficace, nella profonda crisi della democrazia e nella sua mistificazione ad opera di Governi e partiti di ogni colore. Così lo scrittore aveva prefigurato, nel romanzo, un supremo e pacifico atto di ribellione delle persone. Un atto compiuto in un Paese descritto come un inferno dove la politica non riesce a risolvere nulla, il potere economico è altrove e deride la gente, i diritti umani sono abilmente calpestati. In quel Paese il cittadino non riesce più a dir la sua, ad opporsi agli abusi. Alla fine, quando giunge il momento elettorale, prende una decisione irriverente. Spinto da incontenibile indignazione, il corpo elettorale decide – con l’80% degli aventi diritto – di affrontare la deprimente realtà con inaspettata lucidità (da qui il titolo del libro): con un enorme “BASTA” diserta i seggi elettorali. Un “non voto” che suscita prima l’ira e poi la violenta reazione del Governo e del sistema politico. Saramago paragona quella ribellione all’ululato di un cane. Insomma, i cittadini di quell’immaginario Paese avevano provato a parlare, discutere e confrontarsi col potere , ma del tutto inutilmente. Ecco perchè, nella narrazione dello scrittore, non restava al cittadino che ululare, ovvero tentar di riprendere col “non voto” coscienza o lucidità, insomma ribellarsi ad un sistema che pretende di controllare in modo assoluto la vita e le relazioni umane.
NOTA: l’immagine in questo post è di libero uso ed è tratta da Wikipedia Commons.
Hai fatto bene a scrivere questo post, il libro me lo sono ordinato.
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