IL PRIMO CORRIDOIO DOGANALE INTERNAZIONALE D’EUROPA COLLEGHERÀ IL PORTO DI TRIESTE CON VILLACH IN CARINZIA.

Si riporta il comunicato come ricevuto.

COMUNICATO STAMPA
 
IL PRIMO CORRIDOIO DOGANALE INTERNAZIONALE D’EUROPA COLLEGHERÀ IL PORTO DI TRIESTE CON VILLACH IN CARINZIA
PIÙ MERCI SU ROTAIA TRA IL PRINCIPALE SCALO ITALIANO E IL LOGISTIK CENTER AUSTRIA SUD DI FÜRNITZ

D’AGOSTINO: “VELOCIZZIAMO IL TRASFERIMENTO DEI CONTAINER IN IMPORT ED EXPORT DIVENTANDO ANCORA PIÙ COMPETITIVI”
 
 
DOMANI LA CERIMONIA DI FIRMA A VIENNA
 
Trieste, 30 novembre 2022 – Partirà a gennaio e collegherà il porto di Trieste con l’interporto di Fürnitz in Carinzia, il primo e unico corridoio doganale internazionale europeo: i container in arrivo potranno essere caricati direttamente dalla nave al treno cargo e prendere la strada del Nord e Centro Europa senza controlli doganali, che verranno effettuati successivamente all’arrivo in Austria. Un vantaggio importante per la merce, che viaggerà più velocemente e con un alleggerimento delle procedure amministrative, e consentirà di aumentare l’intermodalità mare-ferro. Resteranno in capo al porto di Trieste i controlli di sicurezza e quelli obbligatori, per esempio i controlli sanitari.
 
I primi dettagli della collaborazione tra ÖBB, le ferrovie austriache, attraverso la filiale operativa Rail Cargo Group, e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale erano stati anticipati a settembre a un incontro presso il Centro congressi di Villach a cui avevano partecipato vari ospiti, tra cui il Ceo di ÖBB Andreas Matthä, il presidente dei porti di Trieste e Monfalcone Zeno D’Agostino e Maurizio Cociancich Ceo di Adriafer. A suggellare l’importanza della collaborazione tra i due Paesi, domani a Vienna, al Palazzo d’Inverno del Principe Eugenio, è stata organizzata la cerimonia di firma degli accordi con i vari partner, tra cui, oltre a Matthä e D’Agostino, i rappresentanti dell’Agenzia delle Dogane italiane e austriache, il governatore della Carinzia Peter Kaiser, l’ambasciatore d’Italia in Austria Stefano Beltrame e il ministro delle finanze austriaco Magnus Brunner.
“Per noi – commenta Zeno D’Agostino – è un passaggio importante. Con il primo corridoio doganale internazionale europeo tra due Stati, velocizziamo le procedure sia in import che in export verso un nodo importante, dal punto di vista ferroviario, per Trieste ma anche per l’Austria, e per tutto il Centro ed Est Europa”. “Questo permetterà – spiega D’Agostino – una notevole riduzione dei passaggi amministrativi e burocratici, diminuendo sia le tempistiche di movimentazione dei container sia i costi relativi al passaggio delle merci, in entrata e in uscita dal nostro scalo, verso i mercati mondiali o dai mercati mondiali verso queste aree. Con l’effetto di migliorare la nostra competitività internazionale”.
 
Sulla stessa linea anche Stefano Visintin presidente dell’Associazione degli Spedizionieri del Porto di Trieste che fin dall’inizio ha sostenuto questa importante iniziativa: “Con il corridoio doganale fra Trieste e Fürnitz la banchina idealmente si estende dall’Adriatico fino alla Carinzia. Confidiamo che la clientela austriaca utilizzi questa opportunità e consideri il nostro porto con sempre maggior attenzione. Se nell’immediato la nostra categoria potrebbe dover effettuare meno operazioni doganali a basso valore aggiunto, siamo fiduciosi che in breve tempo il volume complessivo delle spedizioni di merci austriache in transito a Trieste aumenti, con beneficio per tutto il sistema”. “Confidiamo  nel contempo – conclude Visintin – che le modifiche alla legge italiana sull’IVA da noi caldeggiate vengano attuate dal Governo, permettendo di importare presso la dogana italiana le merci destinate agli altri paesi europei senza un inutile aggravio per gli importatori comunitari, consentendo tra l’altro al nostro Paese di incassare parte dei dazi su tali merci”.
 
L’istituzione del corridoio rappresenta un ottimo esempio di cooperazione internazionale tra due Stati dell’UE e facilita l’aumento dei treni che già oggi, più volte alla settimana, collegano lo scalo giuliano con il Logistik Center (LCA) di Fürnitz dove saranno effettuate le operazioni di sdoganamento, attraverso servizi navetta. Con la creazione nell’area di nuovi posti di lavoro e l’offerta di servizi a valore aggiunto come la riparazione di vagoni e container.

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Anche nei mondiali di calcio sempre più geopolitica e strategie per una continuità della linea della tensione su tutti i fronti.

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Se ne parla a Buongiorno Italia, la trasmissione a cura di Graziano D’Andrea con la partecipazione di Biagio Mannino.

Puntata 53/30 novembre 2022 ore 8.05.

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Quella sottile linea che unisce l’Italia, la Cina e tutto il mondo alle ormai sempre più discusse politiche anti – Covid.

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Puntata 52/29 novembre 2022 ore 8.05.

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IL PODCAST DI OGGI. Dopo due mesi dalle elezioni, Fratelli d’Italia e l’astensione si mantengono al vertice delle preferenze nei sondaggi.

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Puntata 58/28 novembre 2022.

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La recensione: PAOLO RUMIZ “Il filo infinito”.

PAOLO RUMIZ “Il filo infinito” – Universale economica Feltrinelli.

(Recensione di Anna Piccioni)

Da giorni penso come iniziare a parlare del racconto di viaggio di Paolo Rumiz “Il filo infinito” per paura di sminuire il senso profondo di questi “appunti” di viaggio , di riflessioni politiche, sociali, tutto impregnato di un’immensa umanità e di una grande spiritualità: “ […] il mio non è un viaggio nello spazio. È una navigazione interiore” Fin dalle prime pagine sono entrata in sintonia direi in empatia con l’autore; nelle sue parole ho trovato il conforto al mio pensiero attraverso chiarezza e lucidità;
L’autore attraverso i monasteri benedettini sparsi in tutta Europa va alla ricerca, e direi che lo trova, quel filo rosso che lega tutti i territori europei, dimostrando quanto insano, distruttivo, impossibile sia pretendere di credere che l’unità europea non esista, sbandierando nazionalismi e sovranità. Attraverso le sue esperienze cerca e annota soprattutto parole argomenti da contrapporre a quelli che non hanno “memoria dell’orrore”. L’Europa delle nazioni non sa compattarsi per controbattere “[…] a nord le lusinghe di Putin. A est, il focolaio mai spento dei Balcani e dell’Ucraina, i reticolati, i nazionalismi etnici, le mire della Cina. A ovest i dazi di Trump, l ‘autolesionismo della Brexit, la Catalogna. A sud il mare dei naufragi, l’islamismo violento, le dittature,la guerra, le bombe sui civili. Mai nella storia abbiamo avuto tanti problemi in comune […]”.
Tutto ha inizio dalla statua di san Benedetto, patrono d’Europa, a Norcia; rimasta incolume dopo il terremoto che ha colpito l’Umbria nel 2016. Per Rumiz quelle macerie sono la stessa Europa “[…] una balcanizzazione in atto su scala continentale”o forse il messaggio che quella statua manda all’autore è opposto: “Ricordava che alla caduta dell’Impero romano era stato proprio il monachesimo benedettino a salvare l’Europa. I semi della ricostruzione erano stati piantati nel peggior momento possibile per il nostro mondo, in un Occidente segnato da violenza, immigrazioni di massa, guerre, anarchia, degrado urbano, bancarotta. Qualcosa di pallidamente simile all’oggi.”.
Dopo Norcia seguono Praglia in Veneto, Sankt Ottilien, in Germania, Viboldone, in Lombardia, Muri Gries, Sud Tirolo, Marienberg, Sud Tirolo, San Gallo, in Svizzera, Citeaux, in Francia, Saint-Wandrille, in Fancia, Orval, in Belgio, Altötting, in Gemania, Niederalteich, in Germania, Pannonhalma, in Ungheria, Camerino, nelle Marche, San Giorgio Maggiore, in Veneto.
Paolo Rumiz in questo peregrinare ci fa ritrovare il valore della Regola ora et labora, la pace e la serenità che si respira tra quelle mura tra il profumo del luppolo e della campagna, dei monti e delle pianure dei fiumi: una conciliazione con la Natura e ci fa partecipi del Creato. Nel corso dei secoli molte volte l’umanità è precipitata tra le macerie ed ha saputo rialzarsi, cercare questo filo infinito potrebbe aiutare a farci diventare migliori.